Muore in un incidente: soccorso dal papà pompiere

Il giovane era dentro un'auto precipitata da un ponte. Il vigile del fuoco, ignaro, era nella squadra intervenuta

Muore in un incidente: soccorso dal papà pompiere
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Il destino ha voluto riservagli l'intervento più difficile della sua vita. Quello per cercare di salvare suo figlio, intrappolato in un'auto precipitata in un burrone. Lui, vigile del fuoco esperto, non poteva sapere che quella chiamata lo avrebbe portato a vivere la pagina più dolorosa della sua carriera. Massimiliano Masia era in servizio, è andato con altri colleghi e ha visto morire il figlio Omar, 25 anni, di Calangianus, di professione elettricista. Quando è arrivato sul posto Massimiliano non ha immediatamente capito che in quell'auto a pancia all'aria, giù in fondo, vicino al fiume, c'era suo figlio. Sono stati i colleghi a dargli la notizia, e chissà a chi è toccato questo compito gramo.

Tutto è accaduto attorno all'una di notte lungo la strada Baldu-L'Agnata, nelle campagne vicine a Tempio Pausania, in Gallura. Una Bmw bianca con a bordo quattro ragazzi diretti a una festa di laurea in una casa privata, per cause ancora da accertare ha sbandato, ha sfondato il parapetto di un ponte ed è precipitata per una decina di metri. L'automobile si è rovesciata e il tettuccio ha schiacciato i ragazzi. La peggio è toccata a Omar, che si trovava sul sedile posteriore. I suoi amici sono rimasti feriti in modo di varia gravità ma nessuno è in pericolo di vita.

Il luogo in cui è avvenuto l'incidente, una strada sterrata e impervia immersa nei boschi della Gallura, ai piedi del monte Limbara, il segnale telefonico arriva poco e male. E i due giovani con le ferite più lievi, il guidatore e un passeggero, hanno immediatamente cercato di chiamare i soccorsi con il telefonino, senza riuscirci. A quel punto i giovani scampati si sono avventurati nei dintorni e hanno individuato un'abitazione vicina al ponte: a prestare i primi soccorsi sarebbe stata così una donna, che poi con il telefono fisso dell'abitazione ha chiamato i carabinieri e i vigili del fuoco, senza sapere che tra questi ci sarebbe stato anche il papà di Omar. Solo dopo l'arrivo dei soccorritori i quattro giovani sono stati trasferiti all'ospedale di Olbia, chi per essere curato e chi per qualche controllo di sicurezza. Hanno riportato traumi e fratture, uno di loro ieri è stato operato

Gli inquirenti stanno indagando sulle cause dell'incidente. Tra le piste quella dell'alta velocità, che in tratto di strada molto degradato, praticamente una mulattiera, potrebbe aver fatto perdere il controllo della vettura al guidatore. Inutile sperare nel parapetto, composto di pochi tubi di ferro arrugginito, che non è riuscito a fermare l'automobile fuori controllo.

A papà Massimiliano sono giunte le condoglianze del comandante dei Vigili del fuoco di Sassari Antonio Giordano, che gli ha indirizzato un messaggio: «Ogni singolo Vigile del fuoco è chiamato a svolgere quotidianamente un lavoro spesso duro, a volte impossibile da raccontare. Non ci sono parole che possano alleviare un dolore così immenso. Non esistono parole in grado di descrivere o anche solo sfiorare il dolore che pervade la famiglia di Massimiliano in questo momento.

L'idea che Massimiliano, che ha dedicato la vita a correre incontro al pericolo per salvare gli altri, si sia trovato di fronte all'incidente più devastante, quello che ha coinvolto la persona che si possa amare più di tutti, è una ferita che va oltre ogni comprensione».

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