
L'omicidio a Cernusco sul Naviglio del 4 settembre scorso, in cui per mano del capo ultras Andrea Beretta perse la vita a 36 anni il pregiudicato ed esponente della cosca reggina dei Bellocco, Antonio Bellocco è un «evento emblematico» nel contesto criminale lombardo legato alle mafie. Lo dice la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) relativa al 2024, presentata ieri in Parlamento. Un fatto «i cui sviluppi investigativi hanno rivelato gli interessi delle consorterie 'ndranghetiste nei circuiti del tifo organizzato (...) un contesto che ha rappresentato un'opportunità per ampliare la base di proselitismo e occultare attività criminali dietro il paravento delle aggregazioni sportive».
Un discorso questo inserito nel quadro che la relazione della Dia interpreta in merito all'abilità della criminalità organizzata in genere di intessere in Lombardia relazioni collusive con esponenti della politica locale e della pubblica amministrazione. Tali rapporti hanno consentito, nel tempo, spiega ancora il report «l'illecita acquisizione di appalti pubblici, finanziamenti statali e assunzioni clientelari». Le più rilevanti inchieste giudiziarie hanno confermato il predominio della ndrangheta nel panorama criminale lombardo. «La consorteria calabrese ha consolidato negli anni una strategia di infiltrazione silente, radicandosi nel tessuto economico-finanziario e dimostrando un'elevata capacità di rigenerazione strutturale, grazie all'inserimento di nuovi affiliati e all'intensificazione delle relazioni con altre realtà criminali». In particolare «lndrangheta ha sviluppato una spiccata vocazione imprenditoriale, spesso in simbiosi con operatori economici già predisposti alla violazione, spesso a causa della mancata percezione del disvalore etico, delle regole tributarie e della concorrenza leale. In molti casi, le imprese mafiose operano come vere e proprie società di servizi, offrendo beni a costi irrisori grazie all'evasione fiscale e al mancato versamento di contributi previdenziali,
Nel 2024 «sono stati adottati 50 provvedimenti interdittivi antimafia da parte delle Prefetture lombarde che hanno dato testimonianza circa il pericolo di infiltrazione mafiose nei cantieri olimpici di Milano-Cortina.
Un caso emblematico è quello di un parcheggio interrato a Livigno (So) finanziato con fondi pubblici: la Prefettura ha emesso un provvedimento interdittivo contro l'impresa appaltatrice, riconducibile a soggetti in rapporto con cosche calabresi delle province di Crotone, Catanzaro e Reggio Calabria.