I punti chiave
Il piccolo Giovanni aveva manifestato qualche dubbio circa l'eventualità di poter incontrare la madre, Olena Stasiuk, in assenza di un educatore: "Non so se è una buona idea", aveva confidato alla psicologa. È quanto emerge da una relazione del Tribunale civile di Trieste, visionata dal Corriere della Sera, che è stata acquisita agli atti dell'inchiesta sul drammatico infanticidio avvenuto a Muggia mercoledì sera. Come è emerso dalla indagini, la 55enne di origini rumene, ora in carcere con l'accusa di omicidio, dallo scorso maggio poteva vedere il figlio da sola, ovvero senza la supervisione di terzi. Un permesso che le era stato accordato nonostante i timori espressi dal papà del bimbo, Paolo Trame, che più volte era stato minacciato dall'ex moglie.

Lo smartwatch
A luglio del 2024 a Giovanni era stato regalato uno smartwatch "settato per dare l'allarme", rivela al giornale di via Solferino l'avvocata Gigliola Bridda, legale di Trame. Bridda, che ha assistito per 8 anni il papà del bimbo nella battaglia giudiziaria contro Stasiuk, è sotto choc per quanto accaduto: "Sono sconvolta", dice. Racconta di come giovedì mattina ha appreso la tragica notizia: "Una notifica sul telefonino - spiega - Ho chiamato subito Paolo... 'Ti prego, dimmi che non si tratta di Giovanni'... 'Invece sì: è proprio lui', è stata la risposta". "È successo quello che abbiamo sempre temuto", aggiunge. Poi le parole diventano lacrime e dolorosi silenzi.
Il papà del bimbo: "Era tutta la mia vita"
Mentre le indagini proseguono senza sosta da giorni, ieri sera nel Duomo di Muggia c'è stata una veglia in ricordo del piccolo Giovanni. Un momento di riflessione organizzato dal parroco, don Andrea Destradi, che conosceva la famiglia. Alla cerimonia hanno partecipato centinaia di persone, alcune delle quali sono rimaste a pregare in piazza Marconi, davanti all'abitazione in cui si è consumata la tragedia. "Ci deve essere un legame sociale che viene prima della legge e deve anche stimolarla la legge, non solo per evitare il male, ma anche per consentire il bene. Dobbiamo riscoprire la bellezza della vicinanza. Siamo connessi costantemente, ma sempre più distanti.
Vedo ma non guardo, perché non mi riguarda", ha detto il parroco durante il suo intervento. Il papà del bimbo era al suo fianco, visibilmente provato. Il 58enne si dà pace: "Giovanni era tutta la mia vita. Come faccio adesso?".