Non solo "caso Pifferi". I bimbi sono indifesi

Gli episodi di violenza sui minori sono in crescita, di anno in anno

Non solo "caso Pifferi". I bimbi sono indifesi

Illustre Direttore,
ho avuto modo di vedere in televisione stralci del processo ad Alessia Pifferi, la madre accusata di avere ucciso la figlioletta di neppure due anni, Diana, abbandonandola a casa da sola per quasi una settimana. Una morte orrenda, per inedia, assenza di cure, di cibo, di acqua, di conforto. Ho letto anche dei bambini decapitati dai palestinesi, la cui brutalità non si arresta neppure davanti ad esseri inermi e innocenti, che non hanno alcuna colpa. Ho appreso altresì che la pedopornografia e tutti i crimini connessi alla pedofilia sono in continuo aumento. Come è possibile che, pur progredendo, maltrattiamo l'infanzia fino al punto di torturarla e annientarla? Si parla troppo poco degli abusi di ogni genere a danno dei minori, ma, a quanto ho capito, si tratta di fatti all'ordine del giorno. Non sarebbe il caso che gli organi di informazione ne dessero maggiore risalto? Sarebbe una maniera per combattere certi fenomeni e per riconoscerne segni e sintomi.
Gianmaria Orlando

Caro Gianmaria,
non hai torto: gli episodi di violenza sui minori sono in crescita, di anno in anno. Lo confermano gli ultimissimi dati forniti dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che ci illustrano nuovi record di reati a danno dei minori nel 2022: ben 6.857 crimini di varia tipologia. L'aumento è del 10% rispetto al 2021. Le violenze sessuali sono lievitate del 27% in dodici mesi, attestandosi nel 2022 a quota 906. Sciorinare i numeri è essenziale nel nostro mestiere, in quanto ci forniscono una istantanea della realtà, eppure il rischio è la sterilizzazione della informazione: la statistica non può trasmettere la percezione della valanga di dolore, patimento, sadismo, degrado, malessere, spietatezza che vi è dietro. Dietro ogni singolo numero c'è una storia, c'è un bambino, c'è una vita in qualche maniera spezzata, una frattura interiore che mai più verrà ricomposta, c'è un adulto carnefice o più adulti carnefici, o quantomeno complici del mostro, quindi non meno responsabili di quest'ultimo, ci sono famiglie problematiche, case che assomigliano ad angoli di inferno e non rappresentano quei luoghi sicuri e salubri in cui dovrebbe essere allevata una creatura. Contezza di tutto ciò invece non manca agli investigatori e agli inquirenti che ogni dì, per mestiere, da dietro le quinte danno la caccia ai pedofili e che, loro malgrado, sono costretti a confrontarsi con realtà terribili e a visionare contenuti inimmaginabili, che inevitabilmente segnano pure loro, caricandoli del peso della sofferenza delle vittime di abusi, che spesso non sono che neonati. È una verità indigeribile, lo so. Vorremmo non considerarla, vorremmo non credere che queste cose avvengano, che esistano, che ci sia gente così malata da trarre piacere dal seviziare un bimbo, ma la negazione non fa bene, essa anzi è l'humus ideale in cui questi crimini attecchiscono, crescono e prosperano.

Dagli anni Ottanta e Novanta sono stati compiuti importanti passi in avanti nell'ambito della tutela dell'infanzia. Prima l'infante era considerato un essere inferiore rispetto all'individuo formato. Questi progressi, tuttavia, non si sono automaticamente tradotti in una efficace lotta a reati che sono difficili da portare a galla, dal momento che essi, nella stragrande maggioranza dei casi, avvengono tra le mura domestiche, quel perimetro all'interno del quale non si può accedere tanto facilmente. E poi c'è l'avvento della rete Internet, dove i pedofili possono godere dell'anonimato, c'è il cosiddetto dark web, la rete oscura e profonda dove gira un po' di tutto: è possibile acquistare droga, armi e anche materiale pedopornografico.

La notizia positiva è questa: ci sono uomini e donne della polizia giudiziaria e di quella postale impegnati quotidianamente nel contrasto a questi delitti, insieme ai magistrati. Il loro lavoro è efficacissimo, tanto che interi gruppi transnazionali di pedofili vengono smantellati e questi criminali assicurati alla giustizia.

Per quanto riguarda la signora Pifferi, la quale oggi si finge scema per sottrarsi alle sue responsabilità (ancora una volta), sono convinto che fosse sua ferma intenzione quella di assassinare la figlia privandola di acqua e cibo, abbandonandola a se stessa e sono sicuro che questa verità verrà ricostruita nel corso del procedimento. La Natura, che pure ci pare perfetta, dimostra la sua pecca allorché consente a certi soggetti di divenire padri o madri, pur non disponendo di quella maturità affettiva e di quella predisposizione atte a condurli ad essere genitori, sebbene non esemplari cosa impossibile -, almeno non nocivi o pericolosi.

Non posso esimermi dal sottolineare il suo riferimento ai terroristi palestinesi che hanno brutalizzato i bambini, mozzando la testa a esserini in fasce.

Pure la guerra impone un'etica, ossia il rispetto di norme morali che rispettano la vita e la dignità della vita, dove tutto questo manca, ossia quando ogni regola salta, quando a determinare la condotta degli esseri umani sono l'odio e il cieco desiderio di sangue, allora non siamo più davanti ad un conflitto risolvibile mediante diplomazia e negoziato. No, in tal caso, siamo davanti all'inarginabile tracollo dell'umanità.

Cui, tuttavia, non ci è dato arrenderci. Mai.

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