Cronaca nera

"La Orlandi in mano alle suore"

Ali Agca al fratello della giovane: "Fatto interno al Vaticano"

"La Orlandi in mano alle suore"

Il rapimento di Emanuela Orlandi sarebbe stato un fatto tutto interno al Vaticano. Fin dall'inizio la giovane cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 sarebbe stata presa in consegna da alcune suore e avrebbe «compreso l'importanza del suo ruolo, accettandolo serenamente».

È l'ultima versione di Ali Agca, raccontata in una lunga lettera, pubblicata dal Corriere della Sera, inviata a Pietro Orlandi, fratello della giovane, che non ha mai smesso di cercare la verità sulla sorella. È ormai abituato alle rivelazioni di Agca, ce ne sono state tante negli anni, e sa che vanno prese con le molle. «Sono sue verità e non posso dire, non avendo riscontri o prove, se sono attendibili o inattendibili», commenta Pietro Orlandi, che però concorda con l'attentatore di Papa Woityla sul fatto che il rapimento di Emanuela nasce dall'interno del Vaticano. Agca dice di sapere della ragazza grazie a un Padre spagnolo che gli ha fatto visita in Italia e anche ad Istanbul, dove ora vive con la moglie italiana. Nella prima parte della lettera il turco parte dalla vicenda dell'attentato del 1981, che lo vide protagonista. Un attentato a suo dire senza mandante. «Nessuno mi ha chiesto di uccidere il Papa e nessuno mi ha pagato per farlo. In piazza San Pietro ero solo e ho sparato due colpi. Quelle che erano le mie motivazioni di allora sono indicate nella lettera che scrissi nel 1979 in occasione della visita di Wojtyla in Turchia». In quella missiva minacciava che avrebbe colpito Giovanni Paolo II se il pontefice definito «il Capo dei crociati» avesse fatto visita alla Turchia. Nessuna «pista bulgara», dunque, che sarebbe stata costruita a tavolino dai servizi segreti vaticani e dal Sisde. Agca racconta che in cambio della sua collaborazione gli fu offerta la liberazione in due anni. «Io - scrive il turco - potevo essere liberato tuttavia solo a condizione che il presidente Pertini mi concedesse la grazia ed esattamente per questa ragione Emanuela e Mirella Gregori vennero rapite», sottolinea.

Ma poiché Pertini «non era manovrabile», i rapimenti di Emanuela e della Gregori sarebbero stati «decisi dal governo vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio segreto vaticano vicinissimi al Papa».

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