"Mi scriveva che la picchiava, la picchiava per educarla, come se fosse un cane, come se non fosse niente". Lo ha raccontato in tv Laiza, la sorella di Jessica Stappazzollo de Lima, la 33enne brasiliana uccisa domenica sera a Castelnuovo del Garda (Verona) dal compagno Douglas Reis Pedroso con "un numero smisurato di coltellate", come precisato dalla procura scaligera in una nota diffusa a poche ore dall'omicidio. Intervistata a "Ore 14", il programma condotto dal giornalista Milo Infante, la donna ha dichiarato anche di aver denunciato l'indagato per una presunta violenza sessuale: "Ci ha provato anche con me. Ha tentato di violentarmi e io l'ho denunciato".
La mamma della vittima: "Le dicevo che lui era un pazzo"
La relazione tra Jessica e il compagno era segnata da aggressioni frequenti e violente da parte di lui. Tanto che, ad aprile dello scorso anno, all'uomo era stato imposto il braccialetto elettronico, ma lei da mesi non portava con sé il ricevitore che fa scattare l'allarme. Il dispositivo di sicurezza consegnato a Stappazzollo è stato trovato in queste ore nel garage dell'abitazione dei suoi familiari, mentre del braccialetto non c'è traccia. "Non sapevo che questo apparecchio fosse qui", ha dichiarato la madre di Jessica ai microfoni di "Ore 14". Quanto alla figlia, la donna ha detto di averla messa più volte in guardia da Reis Pedroso: "Io a lei dicevo sempre di tornare da me, che lui era un pazzo".
I messaggi tra Jessica e il compagno
Durante la trasmissione sono stati mostrati alcuni messaggi di una chat di Whatsapp tra la vittima e l'omicida. "Sono tutta ferita per colpa tua, non riesco a deglutire la saliva, non voglio far fronte a questo, sono piena di ematomi", scriveva Jessica. "Guarda che non è facile gestirti", la risposta del 41enne. Dopo un periodo di separazione, lui l'aveva convinta a tornare a vivere insieme, ma le violenze erano continuate: un crescendo inarrestabile, fino al tragico epilogo di domenica sera. "Se ci raccontava delle botte? Poche volte e solo per dire che lui non lo faceva apposta", ha raccontato la sorella della 33enne. Riguardo al ricevitore del braccialetto elettronico, Lisa Stappazzollo sembra non avere dubbi: "Lui gli avrà detto di metterlo qui".
"Ho denunciato per sia per me che per lei"
In merito all’aggressione che ha subito anche lei da parte di Douglas, fidanzato della sorella, Laiza ha raccontato: "Quella serata era a dicembre, il 28 dicembre, non avevo passato il Natale con lei perché lui non l'ha lasciata con noi. Sono andata a trovarla, mi ha chiesto di dormire lì da lei per festeggiare un po', visto che non ci vedevamo già da quasi un anno. Abbiamo bevuto, lui (Douglas, ndr) ha bevuto un po' troppo e si è drogato". A quel punto racconta: "La situazione è degenerata dal momento in cui io e il mio ragazzo ci siamo messi nella stanza di mia nipote e lui, Douglas, ha iniziato a battere alla porta chiedendo di aprire. Noi abbiamo aperto e lui ha cercato di togliermi la felpa. Non c'è riuscito, sono scappata, il mio ragazzo l'ha preso, l'ha sbattuto per terra. Io ho cercato di scappare dal cancello davanti, ma era chiuso. Sono uscita dal garage giù, ma era chiuso anche quello. Mi sono ritrovata in una stanzina con lui, che cercava di afferrarmi in tutti i modi. Non c'è riuscito, fortunatamente grazie al mio ragazzo sono riuscita a scappare, mentre lui è rimasto dentro casa con mia sorella. Ho chiamato i Carabinieri. Dal momento in cui io sono scappata, lui l'ha trascinata dentro il bagno e ha iniziato a picchiarla e a sbatterle la testa contro il marmo". Infine: "Questo è quello che mi ha detto lei dopo che siamo finite in ospedale tutte e due quella sera.
Non voleva parlarne, alla fine ne ha parlato con me, ma non è servito a tanto perché alla fine non ha fatto denuncia nemmeno quel giorno, per paura di quello che poteva capitare dopo. Lei non ha fatto denuncia perché aveva paura di lui. Io ho fatto denuncia sia per me che per lei".