
Aveva solo 23 anni Hekuran Cumani, il ragazzo di Fabriano ucciso all’alba di sabato durante una violenta rissa davanti a un locale universitario del centro di Perugia. Una notte di festa trasformatasi in tragedia. A poche ore dall’omicidio, la polizia ha già un sospettato: si tratta di un giovane di origine tunisina, identificato grazie alle testimonianze raccolte sul posto. Sarebbe lui ad aver sferrato la coltellata mortale al petto di Hekuran.
Le indagini
Le indagini, coordinate dalla Procura di Perugia, sono proseguite senza sosta anche durante la notte. Decine le persone ascoltate dalla squadra mobile per ricostruire con precisione quanto accaduto. In molti, amici della vittima, presenti alla serata, e altri testimoni, hanno fornito una descrizione precisa dell'aggressore.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’omicida avrebbe partecipato attivamente alla rissa esplosa prima dentro e poi fuori dal locale 100Dieci, uno dei punti di ritrovo più frequentati dagli studenti universitari.
Una lite degenerata
Cumani si trovava a Perugia con il fratello Samuel e alcuni amici, come già capitato in passato per trascorrere il weekend nella città. Durante la serata, intorno alle 4 del mattino, qualcosa è degenerato: uno sguardo di troppo, una parola fuori posto, e in pochi istanti la situazione è sfuggita di mano.
Secondo quanto riferito dai presenti, due gruppi di ragazzi, una ventina in tutto, si sarebbero affrontati prima all’interno del locale e poi nuovamente all’esterno, dove si è consumata la tragedia. A scontri finiti, uno dei ragazzi, indicato come un giovane tunisino, sarebbe tornato armato di due coltelli: uno più grande e uno più piccolo.
Il fendente mortale
La dinamica appare ormai chiara agli investigatori. Dopo aver ferito in modo lieve Samuel Cumani, il sospettato si sarebbe avventato su Hekuran, colpendolo con un fendente diretto al petto. Una ferita fatale, che non ha lasciato scampo al 23enne marchigiano.
Restano ancora alcuni elementi da chiarire: pare che i coltelli non fossero all’interno del locale, che è dotato di metal detector all’ingresso. L’arma del delitto, al momento, non è stata ritrovata. Gli inquirenti ipotizzano che possa essere stata nascosta o portata via durante la fuga.
La fuga e la caccia all’uomo
Dopo l’aggressione, il giovane tunisino e il suo gruppo di amici si sarebbero dileguati rapidamente, portando con sé anche i coltelli. È caccia aperta al presunto omicida: la polizia lo avrebbe già identificato e la sua posizione sarebbe gravemente compromessa dalle testimonianze raccolte. I magistrati stanno vagliando tutti gli elementi per valutare i capi d’accusa. Al momento, si configura l’ipotesi di omicidio volontario aggravato dall’uso di arma bianca.
La città sotto choc
La comunità perugina è sconvolta. La zona universitaria, solitamente animata da giovani e locali, si è improvvisamente trasformata in teatro di violenza.
Il locale 100Dieci, spesso frequentato anche da studenti Erasmus, è al centro di una ricostruzione dettagliata da parte degli investigatori, che stanno visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Nel frattempo, a Fabriano, amici e conoscenti di Hekuran Cumani si sono stretti attorno alla famiglia, increduli per una morte così improvvisa e ingiusta.