Cronaca nera

Saman, nuova inchiesta: si cercano i complici. Il Dna sugli abiti dello zio

Una nuova inchiesta sull'omicidio di Saman Abbas mira a trovare eventuali fiancheggiatori del delitto. Intanto tracce della giovane sono state trovate sul giubbotto dello zio

Saman, nuova inchiesta: si cercano i complici. Il Dna sugli abiti dello zio
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L’inchiesta sull’omicidio di Saman Abbas è tutt’altro che chiusa: parte infatti un’inchiesta bis volta a individuare eventuali responsabilità in altri individui che potrebbero essere ora accusati di favoreggiamento nei confronti dei 5 rinviati a giudizio.

Saman è scomparsa a Novellara la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. La scomparsa è stata denunciata dal fidanzato Saqib, dalle cui dichiarazioni gli inquirenti si sono da subito concentrati sull’ipotesi delitto d’onore: la 18enne sarebbe stata uccisa dalla famiglia perché si era opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio, mentre sognava e organizzava le nozze col coetaneo Saqib, anche lui in Italia e appartenente a una casta più bassa rispetto agli Abbas.

I rinviati a giudizio, in attesa del processo che inizierà a febbraio 2023, sono il padre Shabbar Abbas (arrestato in Pakistan e che potrebbe essere estradato in Italia), la madre Nazia Shaheen (attualmente ancora latitante, ma probabilmente in Pakistan, sebbene sui social si ipotizzi che possa essere stata uccisa a propria volta), lo zio Danish Hasnain (ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio), e i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.

Il nuovo fascicolo di indagine

L’inchiesta bis su Saman prende le mosse da un fatto tangibile: sul luogo del delitto, ovvero nel casolare abbandonato in cui si scava per recuperare i resti di Saman, come indicato da Danish Hasnain, sono stati ritrovati degli oggetti che permetteranno di ottenere un Dna, ovvero un mozzicone di sigaretta, due bottiglie e alcuni pezzi di tessuto. Questi oggetti saranno esaminati dai Ris.

L’indagine bis, secondo quanto scrive la pm Laura Galli, nasce “per ricostruire le diverse responsabilità degli indagati nella vicenda e individuare eventualmente nuovi responsabili”. Chiaramente è tutto sotto il più stretto riserbo, ma c’è sicuramente una figura, mai iscritta nel registro degli indagati, che è stata degna di interesse mediatico.

Si tratta di Irfan, il cugino degli Abbas che acquistò i biglietti aerei per Shabbar e Nazia il giorno dopo la scomparsa della figlia. Lo stesso Irfan avrebbe schiaffeggiato con forza Saman quando venne a conoscenza del fatto che lei e Saqib si frequentavano ancora. “L'ha picchiata”, disse infatti Saqib, rendendo note le immagini di un segno rosso sul volto di Saman. Irfan è stato intervistato da “Chi l’ha visto?”, affermando di non sapere nulla dei parenti.

Le tracce di Saman su un giubbino

Il giubbino di Danish, quello che forse indossava la notte in cui Saman sarebbe stata uccisa, conterrebbe il Dna della giovane. Il giubbotto, così come delle ciabatte e dei guanti di lavoro sono stati analizzati dai Ris di Parma, che hanno effettuato 26 prelievi: sulla palla sinistra del giubbotto è stato trovato un alone biancastro, riconducibile a saliva.

Non si sa se quest’ultima sia proprio di Saman, ma si sa che sul capo di vestiario esistono tracce biologiche appartenute alla ragazza, così come quelle del cugino Ikram Ijaz.

Non ci sono invece tracce di sangue. Questo potrebbe corrispondere all’ipotesi secondo cui Saman sarebbe stata strangolata dai parenti ma non depezzata per essere gettata nel Po, come avrebbe invece affermato Ikram.

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