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La scomparsa, le coincidenze, il mistero: "Quella nella bara non è Romina Del Gaudio”

Il caso della scomparsa e dell’omicidio di Romina Del Gaudio, da oltre 20 anni senza verità: “È stato un omicidio a sfondo sessuale”

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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Era il 4 giugno 2004 quando Romina Del Gaudio, una 19enne del Vomero, scomparve ad Aversa. Il suo corpo fu ritrovato 47 giorni più tardi nel bosco afferente al complesso della Reggia di Carditello, a pochi chilometri di distanza dalla città normanna. Ma la sua storia non ha una conclusione: non è stato trovato un responsabile, non si conosce la dinamica dell’omicidio. Perché di omicidio si tratta.

Nel 2004 Del Gaudio era una giovane che vendeva schede telefoniche porta a porta. Il giorno della scomparsa effettuò un percorso ampio ad Aversa, che comprendeva una partenza e un ritorno nei pressi dell’ex Opg - vicino a un bar in cui aveva fatto colazioni con i colleghi, che alle 13 la attendevano per la pausa pranzo. Ma alle 13 i colleghi non l’hanno vista: l’ultimo ad averla avvistata è un macellaio nei dintorni dell’ex ospedale psichiatrico, commerciante al quale la giovane ha proposto l’acquisto di una scheda telefonica.

Come detto, 47 giorni più tardi il ritrovamento del corpo: Romina Del Gaudio era stata accoltellata alla schiena e contro di lei erano stati esplosi due colpi con una pistola .22. Nel bosco c’erano delle ossa, la sua cartellina da lavoro con il badge, altri oggetti e indumenti personali, ma non le mutandine: su un albero c’erano degli slip tagliati che i famigliari non riconobbero come appartenenti alla 19enne.

E anzi i famigliari inizialmente non la riconobbero affatto. Alla madre Grazia, defunta in attesa del ritorno della figlia, sarebbe stata fatta vedere la fotocopia di uno scatto del corpo, come avrebbe rivelato a “Chi l’ha visto?” all’epoca, e la donna disse che quelli notati nell'immagine non sarebbero stati i denti di Romina, augurandosi che il test del Dna fosse errato.

Anche lo zio Gino Gallo, rimasto a fare le veci di mamma Grazia, non era convinto. “Questa non è Romina”, si era detto, come ha confermato alla trasmissione di Rai 3. Ma alla fine, per via del troppo tempo trascorso nel bosco, l’uomo, sebbene con molte perplessità, ha iniziato a cercare la verità sull’omicidio della nipote. Le perplessità di Gino Gallo sono comprensibili: anche gli addetti dell’agenzia funebre che seppellirono Del Gaudio, e che la conoscevano, non la riconobbero. Sulla scena del crimine inoltre, lo zio trovò un osso che un carabiniere liquidò come appartenente a un animale, ma Gallo, chiedendo a un medico, scoprì essere umano, e lo fece seppellire con la nipote. Anche un test del Dna ripetuto privatamente rinforza quelle perplessità. “Noi non sappiamo bene se oggettivamente vi fosse la mancanza di quell’osso di Romina nella perizia medico-legale”, ha chiarito la criminologa Luisa D’Aniello, che ha definito il crimine, verosimilmente, un “probabile omicidio a sfondo sessuale”.

Per le indagini, nel 2010, venne chiesta l’archiviazione, respinta dal gip che non era convinto dell’esaustività delle investigazioni. La famiglia, dacché le indagini sono state riaperte nel 2019, chiede la riesumazione, ma al momento non è stata ritenuta utile. Tuttavia i tasselli che mancano sono tanti. A partire da una telefonata anonima ricevuta da mamma Grazia ed effettuata da qualcuno che - si pensa - conoscesse Romina.

Il bosco non sarebbe mai stato ispezionato interamente e alcuni oggetti appartenuti o no a Romina Del Gaudio non sarebbero stati repertati. Dalle analisi delle celle telefoniche, i carabinieri avrebbero escluso, tra i numeri da attenzionare, quelli appartenenti a società oppure a profili fittizi. Non sarebbe stato chiesto il Dna alle persone interpellate perché agganciarono le celle di interesse: dalla scena del crimine erano infatti estratti due Dna maschili, un profilo sulle mutandine presumibilmente non appartenenti alla vittima e l’altro sulla giacca di Romina. Della quale mancano il cellulare, le chiavi di casa e la borsa. Non sono stati ritrovati neppure i bossoli dei proiettili esplosi contro di lei.

E poi c’è una strana coincidenza.

Sulla scena del crimine è stata ritrovata la tessera di una piscina di Parete - centro quasi confinante con Aversa - ma il suo possessore, interpellato da “Chi l’ha visto?”, ha affermato di non averla mai smarrita, di non conoscere la ragazza, e di non essere mai stato né a Carditello né ad Aversa. La coincidenza è nel fatto che il giorno prima della scomparsa di Romina Del Gaudio, un’altra ragazza a Parete ha subito un tentato rapimento, sventato dall’intervento di un dentista locale.

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