Cronaca nera

"Ci sono due persone in casa". L’ultimo sms di Kevin prima del massacro di Palermo

L'ultimo messaggio, Kevin Barreca, 16 anni, l'ha mandato a un compagno di classe domenica 4 febbraio: "Il fratellino gli aveva raccontato di presenze di diavoli in casa"

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Man mano che passano i giorni, la strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, assume contorni ancora più inquietanti. Il 4 febbraio, Kevin Barreca, una delle vittime della furia del padre Giovanni, avrebbe mandato un messaggio sul telefono a un suo compagno di scuola, raccontandogli quello che accadeva in casa. "Mi mandò un messaggio dicendomi che il fratellino gli aveva raccontato di presenze di diavoli in casa. Demoni che avrebbero ucciso e distrutto la loro famiglia", dice ora il ragazzino, che frequenta l'istituto artistico di Bagheria dove è iscritta anche la sorella maggiore, risparmiata dalla furia omicida del padre.

"Mi aveva anche detto che erano entrate in casa due persone che, se non sbaglio, venivano chiamate fratelli di Dio", prosegue il sedicenne, coetaneo di Kevin. Questo sembra essere l'ultimo messaggio mandato da Kevin all'amico, che ora diventa fondamentale per gli inquirenti per continuare a ricostruire il puzzle della tragedia che si è compiuta nella villetta di Altavilla Milicia. "Fratelli di Dio" potrebbe essere il nome della presunta setta alla quale apparteneva Giovanni Barreca insieme a Sabrina Fina e Massimo Caradente, gli amici di famiglia fermati dagli investigatori con l'accusa di aver partecipato al massacro. Pare che si fermassero spesso a dormire nella villetta della periferia di Altavilla in cui Barreca viveva con la famiglia. E pare sia stato proprio l'imbianchino a chiamarli, quell'ultima volta, per eliminare il "diavolo" dalla sua abitazione.

Quella domenica dev'essere successo qualcosa di diverso in quella casa, perché dal lunedì successivo, poi, i ragazzi non si presentarono più a scuola. Il preside dell'istituto in provincia di Palermo, Maria Rita Chisesi ha raccontato un retroscena sugli ultimi giorni di vita di Kevin, del fratello Emanuel, 5 anni, e della sorella, la 17enne unica sopravvissuta al massacro familiare. "I ragazzi erano assenti da lunedì scorso. Gli insegnanti dopo alcuni giorni avevano chiamato a casa e i due alunni avevano detto che stavano male. Con l'influenza di questo periodo non ci siamo allarmati, anche perché avevano sempre frequentato regolarmente. Erano molto attivi e con buoni risultati scolastici", spiega il dirigente scolastico.

Nelle prossime ore, proprio per avere un quadro completo della situazione, gli investigatori potrebbero sentire anche i compagni di scuola, i professori e il preside dell'istituto frequentato dai due ragazzi più grandi, mentre crescono gli interrogativi sulla figlia 17enne.

Come mai il padre l'ha "risparmiata" e come mai lei non è scappata e non ha dato l'allarme, pur avendo con sé il telefono e non essendo segregata? Ci potrebbe essere una sedazione dietro la risposta a questi interrogativi ma tutte le piste, in questo caso, restano aperte.

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