Cronaca nera

Caso Liliana Resinovich: i testimoni che avvalorano la tesi dell'autopsia

Diverse persone sono state sul luogo in cui è stata ritrovata cadavere Liliana Resinovich: ulteriori esami istologici potrebbero chiarire molte cose

Caso Liliana Resinovich: i testimoni che avvalorano la tesi dell'autopsia

L’indagine sulla scomparsa e la morte di Liliana Resinovich sarà prorogata o si va verso una chiusura? Ci sono tanti interrogativi mai risolti in questa vicenda: l’autopsia e quanto ritrovato dagli inquirenti non hanno sciolto i dubbi a chi ha voluto bene alla donna scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere in un boschetto nei pressi dell’ospedale psichiatrico il 5 gennaio 2022.

La famiglia, il marito Sebastiano Visintin, il presunto amante Claudio Sterpin, l’amico e vicino di casa Fulvio Covalero hanno una teoria condivisa: non ci sarebbe stato sequestro di persona, per cui invece è stato aperto un fascicolo, così come quello di Liliana non sarebbe stato un suicidio, cosa di cui è invece convinta la procura. Ma non sarebbe stato neppure un omicidio: Liliana potrebbe essere stata colpita e morta a seguito di un malore causato dall’aggressione.

Questa teoria chiarirebbe che la donna sia morta il giorno stesso della scomparsa - tanto che la ricrescita pilifera era quasi assente in quella data e nel suo stomaco sono stati trovati i resti dell’ultima colazione testimoniata dal marito - e non al massimo 48 ore prima del ritrovamento come riscontrato in sede autoptica.

Secondo gli inquirenti, Lilly sarebbe morta per cause naturali, giungendo in quel boschetto sulle sue gambe a ridosso della data del ritrovamento. Il bosco dell’ex ospedale psichiatrico è tra l’altro un luogo molto affollato, frequentato ogni giorno da studenti e in quel periodo anche da varie persone che si sottoponevano al tampone per il Covid-19. È inoltre frequentato da molti possessori di cani, tra cui i vicini di Liliana, Salvo e Gabriella che, secondo quanto riportato da Quarto Grado, furono lì anche il 3 gennaio. Non solo: il giorno del ritrovamento, Salvo pare abbia suggerito alla polizia che l’area dell’ex ospedale psichiatrico potesse essere luogo di interesse, perché, come spiegato in trasmissione, “dato che era una zona che frequentava abitualmente con i cani, gli sembrava assurdo che quella zona non fosse stata ancora ispezionata all’interno delle ricerche”.

Per la procura quella di Liliana fu asfissia autoindotta e mai nessuno è stato indagato su questo caso. Sebastiano ha ingaggiato un consulente medico legale, Raffaele Barisani, che ha chiesto approfondimento su reperti istologici. Un esame istologico nella zona cardiaca potrebbe infatti dire se Liliana sia morta a seguito di un forte spavento, ma potrà avvenire solo in caso di proroga delle indagini.

In molti credono infatti che Lilly possa essere stata colpita da qualcuno, forse “una persona sconosciuta”, come ipotizza Sebastiano a Quarto Grado. Sul volto della donna erano presenti macchie scure sulla fronte, sul naso e sul labbro inferiore, oltre che alcuni segni sulla parte destra del volto, ovvero una tumefazione sulla palpebra, una macchia di sangue sulla narice e un’infiltrazione emorragica sulla lingua. Per la procura questi segni sono accidentali.

Non c’è un chiaro quadro asfittico”, invece secondo il consulente, che chiosa: “Tutta la scena del suicidio mi sembra improbabile”, ipotizzando appunto un malore dopo una colluttazione.

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