Vanessa è stata picchiata e accoltellata al cuore. Un video incastra il killer

Prima picchiata, poi colpita con otto coltellate, sei delle quali così profonde da ucciderla in pochi istanti. Sono i primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo della 26enne di Treviso

Vanessa è stata picchiata e accoltellata al cuore. Un video incastra il killer
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Prima picchiata, poi colpita con otto coltellate, sei delle quali così profonde da ucciderla in pochi istanti. Sono i primi risultati dell’autopsia eseguita sul corpo di Vanessa Ballan, la 26enne di Treviso mamma di un bambino di 4 anni e incinta del secondo figlio.
Sul feto saranno presto eseguiti ulteriori accertamenti: l’obiettivo è capire se il padre fosse il marito della ragazza oppure l’uomo arrestato per il femminicidio, Bujar Fandaj, col quale in passato Ballan aveva avuto una relazione e che era poi stato da lei denunciato per stalking.
L’uomo si sarebbe introdotto nella casa in cui Vanessa viveva con il compagno, conosciuto sui banchi di scuola, e il loro figlio, infrangendo il vetro di una portafinestra. Gli inquirenti sono al lavoro per capire la dinamica del femminicidio: quel che è certo è che l’assassino ha inferto a Vanessa diverse coltellate all’addome. L’autopsia eseguita ieri dal medico legale Antonello Cirnelli su incarico della Procura di Treviso ha evidenziato la presenza di otto ferite compatibili con altrettante coltellate.


Una di queste ha trapassato il cuore di Vanessa Ballan, altre due hanno perforato i polmoni. L’omicida avrebbe persino girato il coltello per essere sicuro che il colpo fosse letale. Il procuratore capo Marco Martani ha inoltre confermato che la ragazza è stata anche picchiata, dal momento che sul suo volto c’erano evidenti segni di violente percosse: le ferite alle mani dimostrano che Ballan ha inutilmente cercato di proteggersi parando i colpi. A carico del 41enne di origine kosovara, che si trova ora in carcere con l’accusa di omicidio plurimo e pluriaggravato, pesano «univoci e gravi indizi di colpevolezza», secondo quanto si legge in una nota dei carabinieri: le indagini coordinate dalla procura di Treviso hanno portato alla luce diversi elementi, a partire dall’acquisizione di un video di un’abitazione vicina a quella di Vanessa in cui si vede un uomo vestito con abiti simili a quelli che indossava Fandaj al momento del fermo, nella mattinata del 19 dicembre.
La Procura di Treviso ha disposto l’esame autoptico anche sul feto per accertarne la paternità: il particolare, ha spiegato il procuratore Martani, ha la sua importanza e sarà chiarito. «Non siamo in grado in questo momento di dire se lui sapesse o meno che lei era incinta. La notizia era uscita dall’ambito strettamente familiare - ha aggiunto Martani - perché Ballan era assente dal lavoro da qualche giorno per gravidanza a rischio». La donna si trovava infatti alla dodicesima settimana di gestazione.


Intanto la famiglia attende la restituzione della salma per poter fissare la data dei funerali. E non sono mancate le polemiche per il mancato intervento della Procura in seguito alla denuncia per stalking presentata da Ballan: Fandaj si presentava sul posto di lavoro della ragazza, un supermercato in località Riese, anche diverse volte nell’arco della stessa giornata. Numerosi poi gli episodi di minacce e violenze riportati dalla giovane: in un’occasione l’uomo l’ha spinta e minacciata, poi ha fatto irruzione in casa sua.

Nonostante ciò nessun provvedimento era stato emesso nei confronti dell’uomo. Per questo ieri il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto una relazione dettagliata, mentre il procuratore di Treviso ha ammesso errori di valutazione della Procura sulla gravità della situazione.

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