Cronaca nera

"Vi mostro come abbiamo sepolto Saman". Il video choc dello zio

La testimonianza di Danish Hasnain è stata raccolta in un video della polizia penitenziaria: così l'uomo ha portato gli inquirenti al cadavere di Saman Abbas

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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Un filmato duro, difficile da guardare. È quello che la polizia penitenziaria ha realizzato a partire dalla testimonianza di Danish Hasnain, nel giorno in cui l’uomo ha portato gli inquirenti nel luogo in cui era stato nascosto il corpo della nipote, Saman Abbas, a novembre 2022.

È un momento molto particolare, che potrebbe segnare uno iato nel caso giudiziario appena partito, perché pare quasi che la coesione granitica del “clan” si stia sgretolando. Il 10 febbraio in Italia è partito il processo per sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere. Saman, scomparve la notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 da Novellara, nei pressi della casa dei genitori.

La 18enne si era recata da loro per riavere i documenti che i famigliari le avevano sottratto: voleva volare in Pakistan per sposare Saqib Ayub, un coetaneo e connazionale appartenente a una casta più bassa, dopo essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio. Per questo Saman si sarebbe rivolta ai servizi sociali italiani, che le avevano dato rifugio fino alla maggiore età.

Però quella notte Saman sarebbe stata uccisa. Gli inquirenti puntano sull’ipotesi del delitto d’onore, ma ci sono diversi tasselli che mancano. Tra essi la fine delle analisi forensi sul corpo, analisi che diranno con precisione come Saman sia stata uccisa. Ci sono due dei rinviati a giudizio ancora mancanti: il padre Shabbar Abbas, in carcere in Pakistan per questa stessa accusa ma che si teme non sarà estradato, e la madre Nazia Shaheen, latitante.

C’è il fratellino di Saman, minorenne e in una comunità protetta, che avrebbe puntato il dito contro lo zio Danish, indicandolo come esecutore materiale, eventualità che Danish e la moglie smentiscono. Anche Danish è rinviato a giudizio, insieme ai cugini Ikram Ijaz e Noumanoulaq Noumanoulaq: l’uomo li ha indicati come le persone che avrebbe aiutato a occultare il corpo della nipote.

Il video esclusivo

A “Chi l’ha visto?” è stato mostrato il filmato esclusivo realizzato appunto dalla polizia penitenziaria che ha raccolto la testimonianza di Danish. In una manciata di minuti l’imputato percorre la strada tra il punto in cui dice di aver trovato Saman per terra e il casolare abbandonato dove è stata seppellita: ci sono 700 metri in questo percorso, prima lungo un filare di serre, poi in uno sterrato.

Danish, nel video, afferma di essersi allontanato durante la sepoltura vera e propria, sebbene si vedesse ben poco perché era notte. L'allontanamento sarebbe stato legato, a suo dire, al dolore emotivo. Quando i cugini avrebbero finito, tutti e tre avrebbero fatto ritorno a casa. Naturalmente ora la giustizia dovrà valutare le testimonianze incrociate.

La difesa di Shabbar

Non è Shabbar Abbas a doversi difendere. Lo Stato italiano, con le leggi locali, ha recluso una ragazza in una comunità per gli studi delle scuole superiori. La famiglia di Saman non voleva che lei andasse in questa comunità e non lo voleva neanche lei, perché è scappata diverse volte per incontrare la sua famiglia. Lo Stato italiano racconta di uno scontro tra Saman e la sua famiglia, ma in verità lo scontro era tra Saman e le autorità locali che l’avevano messa nella comunità”.

A parlare è Akthar Mahmood, il legale di Shabbar in Pakistan. Nel racconto dell’avvocato non si prende in considerazione il fatto che Saman si sia rivolta volontariamente ai servizi sociali, prima di partire in Pakistan per quel fidanzamento cui si era opposta.

Mahmood dice anche che i servizi sociali avrebbero impedito a Saman di incontrare la famiglia e di pregare: il quadro che emerge dalle testimonianze oggettive però è un po’ differente. Saman appare tutt’altro che reclusa nei video che in quel periodo ha pubblicato sui social, e in più si spostava per incontrare Saqib.

Dal canto suo Shabbar ha fatto sapere attraverso il suo avvocato di non credere che il corpo trovato sia della figlia - ma l’esame del Dna al momento lo prova - e chiede di trovare il vero assassino. Aggiunge inoltre che quella notte Saman fosse tornata dalla famiglia con l’intenzione di lasciare l’Italia per sempre, con la promessa di ricongiungersi a loro, perché la comunità italiana le avrebbe impedito spostamenti interni in Pakistan. Shabbar accusa inoltre lo Stato italiano di aver creato uno scontro con l’Islam.

Ci sono però dei fatti incontrovertibili. Una porzione dell’Islam è sicuramente dalla parte di Saman, tanto che l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia (Ucoii) si è costituita parte civile nel processo avviato dall’autorità italiana: nessuno scontro quindi. Inoltre Saman era maggiorenne al tempo della scomparsa, quindi nessun autorità in Italia avrebbe potuto metterle dei paletti di qualunque tipo, con l’eccezione naturalmente di ciò che non è consentito dalla legge, ovvero di compiere reati. In più ci sono dei filmati della videosorveglianza dell’azienda agricola di Novellara, in cui gli Abbas vivevano e lavoravano, che mostrano come la giovane si sia allontanata con i genitori. Shabbar e Nazia a un certo punto di quella notte hanno fatto poi rientro a casa.

Saman è stata trovata, un anno e mezzo più tardi, in una buca nella nuda terra.

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