Fra quattro giorni compirà 90 anni. E, mostrandosi in buona salute, si prepara a festeggiare menando colpi a destra e a sinistra. Lui, abituato a lavorare di fantasia per i suoi libri, da Cronache marziane a Fahrenheit 451, a Viaggiatore del tempo, ha il dente avvelenato con le tecnologie che vogliono mettere tutto in chiaro e a portata di mano: «Abbiamo troppi cellulari, abbiamo troppo Internet; dobbiamo sbarazzarci di questi aggeggi, ne abbiamo davvero troppi», ha tuonato durante unintervista al Los Angeles Times.
E anche il suo Paese, gli Stati Uniti, non soddisfa Ray Bradbury, il decano della fantascienza mondiale. Certo, non ha dato della «testa di...» al presidente Obama, come fece con laltro presidente Clinton, tuttavia afferma che cè «bisogno di una rivoluzione. Cè troppo governo, oggi, e dobbiamo ricordarci che il governo dovrebbe essere vicino al popolo, del popolo e per il popolo». Tanto vale, allora, se non si riesce a migliorare le cose qui da noi, andarsene altrove, magari dove siamo stati a fare visite fugaci un po di anni fa. Obama, secondo Bradbury, «dovrebbe annunciare che torniamo sulla luna. Non avremmo dovuto mai andarcene da lì. Dovremmo tornare sulla luna, preparare una base per lanciare un razzo per Marte, andare su Marte e colonizzare Marte. Quando saremo in grado di farlo, diventeremo eterni».
Nato a Waukegan (Illinois) il 22 agosto 1920, Bradbury vive da moltissimi anni in California e proprio Los Angeles, la sua città dadozione, ha in programma in suo onore una settimana intera di festeggiamenti, con il consiglio comunale che venerdì prossimo proclamerà ufficialmente la «Ray Bradbury Week» tra il 22 e il 28 agosto. Lui, nonostante i modi bruschi, apprezzerà tutte queste attenzioni. Ma guai a parlargli di nuove diavolerie tipo il Kindle della Amazon e liPad della Apple.
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