Dal 26 aprile a cena fuori. Ma occhio alle nuove regole

Nella stessa data, ci sarà la riapertura in presenza delle università e di tutte le scuole, comprese le superiori, ad eccezione delle aree in zona rossa. Tornano le fasce gialle

Dal 26 aprile a cena fuori. Ma occhio alle nuove regole

Terminata la riunione della cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi, sono emersi i primi dettagli sulle decisioni da adottare in vista delle riaperture nelle diverse regioni italiane. Come anticipato il presidente del consiglio, il 26 aprile ritorneranno le zone gialle e, nella stessa data, i ristoranti rialzeranno le serrande anche di sera, seppure solo all’aperto. Sempre il 26 aprile ci sarà la riapertura in presenza delle università e di tutte le scuole, comprese le superiori, ad eccezione delle aree in zona rossa. Con il premier hanno preso parte all’incontro i ministri Roberto Speranza, Maria Stella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Dario Franceschini, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti e Patrizio Binchi. Insieme a loro erano presenti Silvio Brusaferro dell'Istituto superiore di sanità e Franco Locatelli del Comitato tecnico scientifico. "Con la decisione di oggi – ha confermato Draghi in conferenza stampa – il governo ha preso un rischio ragionato fondato sui dati che sono in miglioramento, ma non in miglioramento drammatico. Questo rischio, il quale certamente incontra le aspettative dei cittadini, si fonda su una premessa: i comportamenti che governano le attività aperte dovranno essere osservati scrupolosamente; mascherine e distanziamenti restano". Il presidente del consiglio ha aggiunto: "Occorrerà una sensibilizzazione particolare delle autorità, a partire dagli enti locali e delle forze dell'ordine, perché questi comportamenti vengano osservati. Le riaperture rappresentano un'opportunità straordinaria per l'economia e la nostra vita sociale. Se le norme di sicurezza saranno osservate la probabilità che si debba tornare indietro è molto bassa".

Se da un lato c’è attesa per l’agognato riavvio delle attività commerciali e di svago, dall’altro si dovrà tenere conto delle regole da seguire, ancora molto rigide. È il caso, in particolare, dei proprietari dei ristoranti, i quali dovranno predisporre i tavoli in modo da garantire almeno due metri di distanza in locali al chiuso. Meno rigide le norme per coloro che potranno usufruire degli spazi esterni, dove la distanza da rispettare tra un tavolo e un altro è di almeno un metro. È obbligatorio indossare la mascherina quando non si è seduti al tavolo e per ordinare saranno utilizzati solo tre tipi di menù ad hoc. Nei locali senza posti a sedere, come nel caso dei bar, l’ingresso sarà consentito solo a un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno due metri di separazione. Per il momento resta il coprifuoco alle ore 22.

Sacrifici anche per i protagonisti delle successive aperture, che riguarderanno cinema, teatri, palestre e piscine. Nei luoghi di cultura bisognerà rispettare almeno un metro di distanza - frontale o laterale - tra spettatori se indossano la mascherina e almeno due metri di distanza qualora le disposizioni prevedano di non indossarla. Le palestre potranno restare aperte anche in zona rossa, ossia "anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio" purché rispettino regole, distanziamento e integrino le norme "con strategie di screening periodico del personale non vaccinato". In piscina, secondo la bozza, andranno rispettati almeno sette metri quadri di superficie d'acqua a persona. Le regioni hanno preparato un documento per le riaperture che riguarda indicazioni anche per le piscine pubbliche.

Nel pomeriggio, intanto, il presidente del consiglio Draghi proseguirà i suoi incontri con le forze politiche. Dopo aver visto ieri Movimento 5 Stelle e Lega, oggi ha in agenda i colloqui con Pd e Forza Italia. Al centro del colloquio il Piano nazionale per il Recovery, che dovrà essere presentato a Bruxelles entro fine mese. Ma all'interno della maggioranza restano ampie le distanze di valutazione sull'operato del ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo che Fratelli d'Italia ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti, M5s, Pd e Leu hanno fatto quadrato intorno al ministro, Forza Italia si è sfilata dall'attacco, mentre la Lega chiede prima di tutto di leggere la mozione e rimanda poi alla commissione di inchiesta sugli errori per contrastare la pandemia chiesta da Italia viva.

Ma sulla figura di Speranza si concentra uno scontro che vede sottotraccia altre motivazioni, dagli equilibri politici dell'esecutivo al braccio di ferro sulle riaperture, su cui Draghi avrebbe chiesto all'intera coalizione "più unità" e meno fughe in avanti. L'obiettivo del premier ora è mediare tra partiti e tra questi e le regioni per procedere a una road map che permetta un progressivo ritorno alla normalità ma"con grande prudenza e gradualità".

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