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Scontro Draghi-Salvini: "Basta dispetti". Lega: "Non è delega in bianco"

Non si sarebbe parlato di Roberto Speranza nell'incontro tra la Lega e Mario Draghi ma delle riaperture e del Recovery Plan

Scontro Draghi-Salvini: "Basta dispetti". Lega: "Non è una delega in bianco"

Il clima a Palazzo Chigi negli ultimi giorni è più teso del solito. Da quando Mario Draghi si è insediato come presidente del Consiglio e ha dato il via a un governo di larghe intese ha speso molto del suo impegno nella mediazione tra le forze politiche profondamente diverse che lo compongono. L'unico partito fuori dal governo Draghi è stato Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni che si è impegnata a fare opposizione responsabile. In queste ore di tensione in cui Fratelli d'Italia è intenzionata a depositare una mozione di sfiducia nei confronti di Roberto Speranza, il ruolo della Lega risulta fondamentale per gli equilibri di questo governo.

L'incontro tra la Lega e Mario Draghi

In queste ore Mario Draghi ha incontrato a Palazzo Chigi una delegazione della Lega ma, come riferisce Il Messaggero, "non si sarebbe parlato degli attacchi a Roberto Speranza". Questo è quanto riportano alcuni partecipanti all'incontro, durante il quale gli esponenti del Carroccio hanno conferito con il presidente del Consiglio, il quale ha sottolineato l'importanza degli equilibri in un governo di unità nazionale, evitando le polemiche e i dispetti. Assente (giustificato) Matteo Salvini, che dovendo partecipare all'udienza di Palermo per Open Arms il prossimo weekend è volato dai figli a Milano. Questa mattina ha comunque fatto il punto con i suoi delegati Giorgetti, Durigon, Romeo, Molinari e Bagnai.

Tra i punti affrontati dalla Lega con Mario Draghi c'è stato sicuramente quello delle riaperture, per le quali la Lega ha portato alcune proposte. In questi giorni si parla con insistenza della necessità di dar respiro al Paese riavviando in sicurezza quelle attività che da oltre un anno hanno le saracinesche abbassate. L'assenza di ristori efficaci ha conribuito a indebolire il tessuto economico e, di conseguenza, quello sociale dell'Italia come dimostrano le proteste in piazza degli ultimi giorni.

Al termine dell'incontro, la Lega ha sottolineato la "correttezza del proprio operato (lo dimostra il numero limitato di emendamenti al dl sostegni)". Tuttavia, fonti della Lega riferiscono che i delegati hanno reso partecipe Mario Dragli degli "attacchi, gli insulti e le provocazioni quotidiane di segretario, ministri e dirigenti del Pd".

"Il miglior ristoro è la riapertura"

"Per noi il miglior ristoro è cominciare con delle graduali riaperture che non vuol dire liberi tutti. Ispiriamoci innanzitutto a un principio di ragionevolezza e di buon senso e poi facciamo riferimento al fatto che nel decreto è previsto che se i dati lo permettono si possa riaprire", ha detto il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. Il leghista, poi, ha avvisato: "Se i dati sono da zona gialla in alcune Regioni non capiamo perché non si possano allentare un pò le restrizioni. Quando queste durano a lungo la gente rischia di ignorarle". Inoltre, gli sponenti leghisti riferiscono che "abbiamo avuto garanzia che il prossimo decreto sarà sicuramente sostanzioso. E abbiamo ottenuto che sarà dedicato interamente alle partite Iva".

C'è soddisfazione su tutta la linea negli ambienti leghisti, anche per il rinnovo dei protocolli per gli eventi culturali e sportivi, visto che la sottosegretaria Lucia Borgonzoni era stata la prima ad accelerare per ampliare la capienza dell'Arena di Verona.

Il nodo del Recovery Plan

Altro argomento fondamentale discusso con Mario Draghi è quello del Recovery Plan. Alla fine dell'incontro, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha dichiarato: "Sul Recovery riteniamo che la delega al governo non sia in bianco: capiamo che i tempi siano stretti ma vogliamo dare indicazioni, anche sulle proposte raccolte dalle Regioni".

Massimiliano Romeo ha poi aggiunto: "Chiediamo investimenti ma anche di cambiare le regole, rivedere - ma non cancellare - il codice degli appalti, adeguarci alla normativa europea, con un intervento rapido senza leggi delega o i tempi sono troppo lunghi".

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