Cronache

Aggredita in strada dal 16enne La madre: "È colpa della dad"

Parla la madre del 15enne che ha accoltellato Marta Novello: "Mio figlio è cambiato da quando è iniziata la dad. Non riesce a stare chiuso in casa"

In foto, Marta Novello (Immagine da Facebook)
In foto, Marta Novello (Immagine da Facebook)

"Voglio vedere mamma e papà". Sono state queste le prime parole di Marta Novello, la 26enne accoltellata nel quartiere Marocco di Modigliano Veneto, al risveglio dal coma. Dopo giorni col fiato sospeso, e due interventi chirurgici, la studentessa trevigiana ha ripreso a respirare autonomamente ed è vigile. Intanto l'aggressore, un quindicenne modiglianese, è recluso nel carcere minorile con l'accusa di tentato omicidio. "Da quando è cominciata la dad, mio figlio è cambiato. Come se non riuscisse più ad avere un equilibrio", racconta la mamma del ragazzo nel corso di un'intervista al Corriere della Sera.

"Voglio vedere mamma e papà"

"Voglio vedere mamma e papà", sono state le prime parole di Marta al risveglio dal coma farmacologico. Colpita al corpo con 20 fendenti, di cui 8 tra addome e torace, la ventiseienne è stata sottoposta a due delicati interventi chirurgici (uno alla mano e l'altro ai polmoni) nel giro di 24 ore. "Cosa è successo?", ha chiesto ai medici del Ca' Foncello, dov'è ricoverata dallo scorso lunedì, quando ha riaperto gli occhi. "Marta ha avuto diverse lesioni al torace - ha spiegato il dottor Formentini, direttore dell' ospedale, al programma Ore 14 su Rai 2 - riportando uno pneumotorace (presenza di aria nello spazio pleurico, ndr.) a entrambi i polmoni. Poi un' importante ferita all' addome, tanto che è stata eseguita una laparotomia esplorativa per accertare eventuali complicanze interne. Diversi tagli al volto e in altre parti del corpo sono stati suturati dai chirurghi plastici. Poi è stato effettuato un intervento al terzo dito della mano destra per la lesione del tendine, una tipica ferita da difesa".

Il peggio sembra essere passato ma la vigilanza sulle condizioni di salute della giovane resta alta. Nel corso della colluttazione col suo aggressore, Marta è precipitata in un fossato con acqua stagnante restandovi fino all'arrivo dei soccorritori, con le ferite ancora sanguinanti. Ed è per questo motivo che ora i medici temono possa insorgere una qualche d'infezione. Ad ogni modo, la 26enne si è ripresa seppur sia ancora in evidente stato confusionale. Le è stato concesso solo un breve colloquio con i genitori.

Il mistero del movente

Il movente dell'aggressione è un rebus. L'ipotesi della "tentata rapina finita male" sembra sfumare lentamente a fonte di uno scenario delittuoso, o presunto tale, ben più complesso e articolato. Il sospetto degli inquirenti è che Marta sia stata vittima di un vero e proprio agguato, circostanza che spiegherebbe l'efferatezza con cui è stata colpita: 20 fendenti al corpo con un coltello da cucina. Al fine di sbrogliare la dinamica intricata dell'aggressione, il computer e il cellulare del 15enne sono stati sequestrati nel tentativo di recuperare elementi utili alle indagini.

Intanto, il giovane è recluso nel carcere minorile con l'accusa di tentato di omicidio. Stando a quando si apprende da fonti a vario titolo, il ragazzo sarebbe stato disposto a collaborare con la giustizia ma nessun dettaglio significatico sarebbe trapelato, ad oggi, dagli interrogatori. "Quale che sia il movente e l' evento scatenante, modalità e circostanze dell' azione fanno pensare ad un disagio, ad un disturbo che andrà indagato", ha spiegato a Il Messaggero l'avvocato Matteo Scussat, legale del 15enne.

"Mio figlio è cambiato con la dad"

Non si dà pace la madre del 15enne, cuoca e madre single, per quanto accaduto. "Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice. In queste ore ho pensato continuamente a Marta e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace: quello che ha fatto mio figlio è grave", dice in una intervista al Corriere della Sera. Il papà del ragazzo - un immigrato di origini africane - se n' è andato prima ancora che venisse al mondo, e lei l' ha cresciuto con le sue forze, aiutata dal fratello e dai genitori. "Ne stanno parlando tutti (del figlio ndr). Parla Salvini, la Meloni, parlano il sindaco e i vicini... - afferma - Dicono cose cattive, gli danno del drogato e del bullo. Ma la verità è che nessuno di loro conosce mio figlio".

Lunedì sera, rientrata a casa, ha appreso la notizia della tragedia: "Ho guardato di sotto, se magari stava sistemando la bici in cortile, ma non c' era. Ho chiamato gli amici e anche loro non l' avevano visto. È lì che ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di uscire a cercarlo: appena aperta la porta, mi sono ritrovata i carabinieri davanti", racconta. Ha pensato a un incidente. "Invece mi hanno detto dell' aggressione e io non volevo crederci: ancora non mi ero accorta che mancava un coltello dalla cucina. Ho chiesto al carabiniere: 'Ma è sicuro che è stato lui?'. Lo so che sembrano solo le parole di una mamma angosciata ma mio figlio non era mai stato violento, e anche adesso non ce la faccio ad associare l' immagine che ho di lui a ciò di cui è accusato".

In queste ore, si susseguono numerose le supposizioni sulla condotta violenta del 15enne: dal "raptus" a situazioni di personale disagio non canalizzate correttamente. Al netto di tutte le ipotesi, la madre del giovane sembra invece non aver dubbi: "Negli ultimi tempi aveva grosse difficoltà a seguire le lezioni: non sopportava l' idea di dover restare chiuso in casa, quasi si sentisse in gabbia. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio", spiega. Forse, dice, è questo ad aver scatenato la sua aggressività. "È l' unica ipotesi che riesco a fare: che lunedì il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione, lo so.

Ma cerchi di capirmi: sto cercando un senso a tutto questo dolore".

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