Cronache

"Non volevo ucciderlo": in manette il consigliere leghista che ha sparato al suo ex socio

Gaetano Aronica è in regime di detenzione domiciliare per decisione del gip: per il giudice l'uomo potrebbe reiterare il comportamento

"Non volevo ucciderlo": in manette il consigliere leghista che ha sparato al suo ex socio

È stato arrestato Gaetano Aronica, il consigliere comunale di Licata eletto nel 2018 con la Lega che ha sparato al suo ex socio. Adesso si trova ai domiciliari e con il braccialetto elettronico. "Ove non adeguatamente contenuto, c'è il concreto e attuale pericolo che commetta altri reati della stessa specie", si legge nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Agrigento Stefano Zammuto, riportata da la Repubblica. La richiesta di arresto era stata inoltrata dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio. L'accusa per Aronica è di tentato omicidio, porto e detenzione di arma clandestina e ricettazione.

"Mi aveva provocato, vantandosi di essere riuscito a sottrarmi pure un magazzino, non volevo ucciderlo", si è giustificato Gaetano Aronica davanti agli inquirenti durante l'interrogatorio. Mercoledì sera l'uomo ha partecipato a una riunione del consiglio comunale e poi ha sparato contro Giuseppe Caico, mettendo in essere "atti idonei e univocamente diretti a cagionare la morte". Così scrive il giudice per le indagini preliminari che ha convalidato il fermo. Gaetano Aronica ha sparato 4 colpi con la sua pistola calibro 22, detenuta illegalmente, all'indirizzo di Caico. Nella ricostruzione del giudice si legge: "Un proiettile ha frantumato il vetro, lato guida, dell'autovettura della vittima. Un altro, l'ultimo, sparato da distanza ravvicinata, ha attinto, per fortuna, solo il braccio di Caico, ma ben avrebbe potuto attingere organi vitali".

Tra Aronica da una parte, suo fratello Francesco e Giuseppe Caico dall'altra sussisteva un "contesto di elevata conflittualità con molteplici riverberi giudiziari, e ciò per dissidi e questioni societarie afferenti l'agenzia". Nell'ordinanza, il giudice scrive che il consigliere comunale di Licata temeva vi fosse un progetto "ordito dai suoi soci, finalizzato ad estrometterlo dalla compagine sociale". La comunità locale era a conoscenza degli screzi tra i soci ma nessuno avrebbe mai immaginato che si potesse giungere a questo epilogo.

Anche il sindaco di Licata, Pino Galanti, è apparso sconcertato da quanto accaduto: "Ancora non riesco a credere che Gaetano abbia fatto una cosa del genere. L'altro giorno, in consiglio comunale, sembrava tranquillo. Purtroppo, questa storia va avanti ormai da due anni".

Il primo cittadino è deciso a chiedere a Gaetano Aronica di rassegnare le sue dimissioni dal consiglio comunale, perché "siamo di fronte a una vicenda che ha turbato la nostra comunità e soprattutto ha causato un notevole danno di immagine in un momento in cui cerchiamo di far fronte a una situazione complessa sul fronte della sicurezza".

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