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Altro che Puglia, è Conte la vera questione morale

Giuseppe Conte cavalca la crisi etica e giudiziaria del Pd come neppure riescono a fare i partiti avversari, quelli del centrodestra, ai quali la sorte ha offerto un assist che sarebbe facile mettere in rete

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Giuseppe Conte cavalca la crisi etica e giudiziaria del Pd come neppure riescono a fare i partiti avversari, quelli del centrodestra, ai quali la sorte ha offerto un assist che sarebbe facile mettere in rete. Sul ring che vede Elly Schlein barcollare come un pugile alle corde, il ko sta infatti arrivando da colui che il Pd considera un alleato serio e affidabile. Con la spregiudicata arroganza mista a cinismo che lo contraddistingue, il leader dei Cinque Stelle pone al Pd le sue condizioni: d'ora in poi ci alleeremo solo con partiti e persone competenti, capaci, leali con le istituzioni, eticamente al di sopra di ogni sospetto.

Andrebbe tutto bene se Giuseppe Conte non fosse l'artefice del più grande scandalo della nostra storia recente, o se volete «la più grande truffa della storia della Repubblica» come la definirono Mario Draghi e il suo ministro dell'Economia Daniele Franco, roba che in confronto i magheggi pugliesi del Pd sono bazzecole e i mafiosi dei dilettanti nel drenare soldi pubblici: il superbonus che doveva costare allo Stato 1,9 miliardi e che a oggi ne cuba 250, azzerando qualsiasi possibilità di crescita del Paese. Se oggi non ci sono soldi per la sanità, la colpa non è della Schlein ma dell'incapacità di Conte; se il debito pubblico sale, non c'entrano i politici corrotti pugliesi, bensì l'incompetenza di Conte; se non si possono abbassare le accise sulla benzina, nulla può il tasso di moralità del governatore pugliese Emiliano, è conseguenza dell'immoralità politica di Conte premier, che pensò di comprare consenso a spese di tutti noi.

Il superbonus di Conte ha fatto in tre anni più danni allo Stato e agli italiani di quanti tutte le mafie messe insieme ne abbiano fatti negli ultimi venti. Conte è stato sleale con le istituzioni e con gli allora alleati, ai quali garantì un costo dell'operazione oneroso (quasi due miliardi l'anno), ma abbordabile. Per questo Elly Schlein invece di chiudersi nell'angolo con i guantoni sul viso sperando di evitare il colpo fatale, dovrebbe riprendere il centro del ring con la forza della verità: esiste una questione morale certo, ma sta in capo ai Cinque Stelle, alleati che hanno dimostrato di essere incapaci, incompetenti, eticamente subdoli e con zero rispetto delle istituzioni e degli italiani. E invece purtroppo è lì a ciondolare, succube dell'artefice della «più grande truffa della storia della Repubblica».

Per questo dico: povero Pd, che fine triste.

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