Le arrestano il compagno, lei gli porta la droga in carcere

A chiedere la merce è stato il convivente, scoperto con uno smartphone nascosto nella biancheria

Alcuni agenti della polizia penitenziaria a Marassi
Alcuni agenti della polizia penitenziaria a Marassi

Ha provato a consegnare droga al convivente detenuto nel carcere di Marassi, nascondendola per eludere i controlli. Ma la premura si è rivelata inutile: è stata infatti comunque scoperta immediatamente dalla polizia penitenziaria. E il compagno, che era stato trasferito proprio pochi giorni prima dell'episodio nel penitenziario (proveniente da La Spezia) è poi stato scovato con un telefono cellulare nascosto nelle mutande. Una storia che arriva da Genova e che è stata resa nota di recente da Michele Lorenzo, segretario nazionale per la Liguria del sindacato autonomo di polizia penitenziaria (ovvero il Sappe).

I fatti risalgono nel dettaglio a qualche giorno fa: l'uomo aveva fatto il proprio ingresso nella casa circondariale del capoluogo ligure e aveva ottenuto il permesso di ricevere la visita della consorte. Con la quale era evidentemente in contatto ben più costante e ravvicinato di quanto non potesse apparire inizialmente. Tanto da accogliere anche una richiesta evidentemente "sui generis": la donna occultava infatti sostanze stupefacenti che aveva intenzione di far arrivare al partner, ma il suo piano non è andato in porto: non è riuscita a superare il controllo del personale addetto alla sicurezza. E dal monitoraggio supplementare effettuato in un secondo tempo, è stata scoperto anche il modo in cui il detenuto contattava la compagna nonostante la detenzione: l'uomo nascondeva infatti uno smartphone nella biancheria intima, che ha con tutta probabilità utilizzato in precedenza per comunicarle il da farsi. Le indagini sono ancora in corso: gli inquirenti stanno cercando anche di far luce sulle ragioni che abbiano indotto l'arrestato a chiedere la droga.

"Non è certamente un caso: il sequestro della sostanza è frutto di un'attenta opera di controllo e prevenzione posto in atto dal nuovo comandante di Marassi che si è avvalso dell'esperienza del personale e i risultati sono sotto gli occhi di tutti - le parole di Lorenzo, riportate dall'Ansa, che dopo aver lodato il lavoro degli agenti non ha nascosto una nota di disappunto, chiedendo indirettamente una "stretta" a chi governa - sarà ora compito del comandante e del suo vice stabilire se si è trattato di un episodio sporadico o se, invece, vi fosse l'intento di allestire un vero e proprio piano di spaccio interno.

Credo sia finita l'ora di abbandonare la politica del "buonismo penitenziario": ai detenuti bisogna sicuramente garantire tutti i diritti, ma è altrettanto importante dover garantire la sicurezza penitenziaria in ogni istituto".

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