Coronavirus

Allarme in provincia di Milano: ecco i tre Comuni più a rischio

Solo ieri sono 868 i nuovi casi. Toccata quota 4.672 contagiati. I malati raddoppiano ogni 5 giorni. Paura a Sesto San Giovanni e Cologno Monzese

Allarme in provincia di Milano: ecco i tre Comuni più a rischio

Non toccate Milano. La città, capoluogo lombardo, deve restare per quanto possibile immune. Ma l’emergenza da coronavirus non accenna a diminuire. E, all’ombra della Madonnina, la paura inizia a essere forte. I numeri non calano. I segnali della stretta a spostamenti, bar e negozi imposta due settimane fa dal governo ancora non si vedono. I contagi salgono. La forte densità abitativa fa tremare le gambe a chi ancora non si è dato per vinto. Bisogna resistere. Le percentuali di infetti salgono simili a quelle già viste a Bergamo e Brescia dove il virus in una settimana ha fatto la metà delle vittime dell’intera regione.

Ieri in provincia di Milano si sono registrati 868 nuovi positivi con un totale che ormai sfiora quota 5mila: 4.672. Il trend di crescita è alto: + 22%. Di poco inferiore (+18%) quello di Milano-città dove i positivi sono 1.829 e ieri si sono registrati 279 casi in più rispetto a venerdì. I morti sono 304. Gli abitanti nel capoluogo sono 1,4 milioni, 3,2 nell’area metropolitana dove ci sono focolai che preoccupano. Quello al centro anziani di Bresso (125 casi e 20 decessi) e alla casa di riposo di Mediglia (53 positivi e 44 morti). Poi Sesto San Giovanni, Cologno Monzese e Rozzano.

Questa è cronaca e numeri. Statistiche che non lasciano immaginare nulla. È pura realtà. Poi ci sono loro, i medici. Nelle ultime ore è partito un dibattito su una presunta mutazione del virus in Lombardia. Il tasso di letalità su 25.515 malati è troppo alto se confrontato con il 2-3% registrato in Cina. Qui si sale al 12%. Ma secondo Massimo Galli, primario del reparto malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano, si tratta di un dato ingannevole e non c’è evidenza di alcuna mutazione. Il motivo? È legato ai casi sommersi: in Lombardia i tamponi sono riservati solo ai malati gravi. Chi ha febbre e tosse viene curato a casa. Poi ci sono gli asintomatici.

Quindi se si guarda al numero dei morti (3.095) e lo si riporta alle statistiche convenzionali è possibile che i positivi in Lombardia siano più di 125mila. Oltre 23mila solo nell’area milanese. Dati da far drizzare i capelli. Il fronte della battaglia di Milano, quindi, è tutt’altro che circoscritto. Negli ospedali lombardi sono ricoverati 8.258 malati, 1.093 in terapia intensiva. A ieri la regione contava 1.250 posti in rianimazione. A Cremona è appena stato inaugurato l’ospedale da campo della ong Samaritan’s Purse. Un’altra struttura provvisoria da almeno 100 posti è in preparazione a Bergamo e domani saranno pronti i 14 letti nella tensostruttura al San Raffaele di Milano, grazie alla raccolta fondi di Fedez e Chiara Ferragni.

Si lavora anche ai 300 posti da ricavare alla Fiera. Qui c’è all’opera il dream team di Guido Bertolaso. E ce la stanno facendo. All’Humanitas, ora hub per l’oncologia, sono ricoverati 215 malati: 32 in terapia intensiva. Nelle altre strutture l’attività ordinaria non urgente è stata bloccata. Sono stati ricavati posti letto anche nelle aree in disuso. La corsa contro il tempo non è finita. Milano deve rimanere libera dal coronavirus.

A ogni costo.

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