Coronavirus

Reinfezioni da Covid: chi viene colpito (e perché non sono un rischio)

Aumentano i casi di reinfezione: a rischio diovani, donne e sanitari. Ma il sottosegretario alla Salute Costa assicura: "Grazie al vaccino non preoccupano"

Reinfezioni da Covid: chi viene colpito (e perché non sono un rischio)

Aumentano le reinfezioni da Sars-Cov-2. Secondo gli ultimi dati riferiti dall' Istituto superiore di sanità (Iss), dal 24 agosto 2021 al 20 aprile 2022 ci sono stati ben 357.379 casi di reinfezione, ossia il 3,2% del totale dei casi segnalati. Soltanto nell'ultima settimana la percentuale è salita al 4,5%, rispetto al 4,4% registrato la settimana precedente. Ma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha subito assicurato che grazie al vaccino questi dati non devono assolutamente destare preoccupazione.

I casi di reinfezione

La stessa analisi del rischio di reinfezione, dopo l'inzio della diffusione della variante Omicron (siamo agli inizi di dicembre 2021), riporta un aumento del suddetto rischio in quei soggetti con prima diagnosi Covid notificata da oltre 210 giorni, a differenza di coloro che hanno invece ricevuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti.

Fra gli individui a rischio di reinfezione anche le persone non vaccinate o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni.

Secondo il report dell'Iss, inoltre, ad essere maggiormente a rischio sono le donne, probabilmente perché più presenti in ambito scolastico (si parla dell'80%). Nelle scuole viene svolta una serrata attività di screening, e questo potrebbe spiegare una maggiore rilevazione di reinfezioni. Non solo. Le donne sono anche coloro che svolgono più spesso la funzione di caregiver, e per questa ragione si sottopongono a maggiori controlli.

Il rischio di reifezione è inoltre più elevato nella fascia di età 12 - 49 anni, rispetto ai soggetti di età compresa fra i 50 ed 59 anni. Questo, secondo l'analisi dell'Istituto superiore di sanità, potrebbe essere dovuto ai singoli comportamenti tenuti nei vari ambienti ed alle maggiori esposizioni. Un altro dato significativo è infine anche quello delle reinfezioni fra gli operatori sanitari, rispetto al resto della popolazione.

Nessuna preoccupazione

Secondo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa i casi di reinfezione non devono stupire, perché nel Paese si è diffusa una variante del Sars-Cov-2 molto contagiosa. "Ci sono delle reinfezioni, ma queste grazie ai vaccini non producono casi gravi per cui non c'è da preoccuparsi", ha dichiarato a Sky Tg24.

Per il sottosegretario l'obiettivo è arrivare a convivere con il virus, anche perché è impossibile pensare ad un "contagio zero". "La pressione sugli ospedali oggi è gestibile. Oggi chi rischia di finire in terapia intensiva sono quei cittadini che irresponsabilmente hanno deciso di non vaccinarsi. Per fortuna è protetto dal vaccino il 92% degli italiani per cui possiamo affrontare questa fase della pandemia senza preoccuparsi", ha aggiunto.

Anche per quanto concerne l'utilizzo delle mascherine, Costa ha affermato che adesso è tempo di "dar fiducia agli italiani". "Mi auguro che sulle mascherine al chiuso si vada verso una raccomandazione e non più un obbligo. Vedo che i cittadini oggi sono responsabili.

L'indicazione è di mantenerle dove c'è concentrazione come nei mezzi pubblici, nei supermercati, nei cinema", ha concluso.

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