La bellezza violentata sulla carta (e in natura)

La bellezza violentata sulla carta (e in natura)

Tra le cose ridicole e insolenti che indicano confusione, plagio e menzogna, c'è la proposta dell'inserimento della «bellezza» nello statuto della Regione Puglia. Se venisse da Italia Nostra, dal Fai, dal Wwf potrebbe apparire una conquista dopo molte battaglie. È invece una delibera della giunta regionale presieduta dal paragrillino Emiliano. Peccato che lui e, prima di lui, Vendola abbiano consentito la più sconvolgente distruzione del paesaggio in Italia. La Puglia è trapanata da torri eoliche con una violenza sistematica e crudele. Il più insolente e vistoso affare di mafia, realizzato con la complicità dello Stato e degli enti locali: ecco la vera «trattativa». Il testo elaborato appare confuso e beffardo: «La Regione tutela, valorizza e promuove la bellezza del territorio, del paesaggio e dell'ambiente pugliese in tutte le sue espressioni, sia allo scopo di consentire la fruizione piena e incondizionata a tutti nella prospettiva del pieno, sostenibile ed adeguato sviluppo della persona umana, come singolo e nelle formazioni sociali nelle quali si esprime la sua personalità, sia allo scopo di tutelare i valori e l'identità culturale della comunità pugliese».

Un testo inverosimile, sgrammaticato, ridondante di luoghi comuni e ripetizioni, tra «fruizione», «sostenibile», «sviluppo», «persona umana» (e quale è quella disumana?), «intesa come singolo e nelle formazioni

sociali». E intanto, mentre i governanti ciechi si riempiono la bocca di bellezza, la mafia avanza, e la Puglia è sconvolta per sempre. Vedere per credere. A Troia, a Foggia, a Sant'Agata, ad Accadia. Violentata. Era bella.

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