Coronavirus

Una settimana di fuoco per Draghi: parte la guerra delle riaperture

Tutto dipenderà dal monitoraggio di venerdì 14 maggio. In pressing sul governo chi vuole riaprire

Una settimana di fuoco per Draghi: parte la guerra delle riaperture

Si apre una settimana di fuoco per la maggioranza. Da una parte il fronte immigrazione, con gli sbarchi che non si arrestano e la Lega che va in pressing. Dall'altra la guerra sulle riaperture che divide i rigoristi (capeggiati dal ministro Speranza) e aperturisti. Nei giorni scorsi Matteo Salvini ha promesso battaglia a Draghi e in Cdm è pronto a chiedere il superamento del coprifuoco.

Per domani, o al massimo mercoledì 12 maggio, è prevista una cabina di regia per fare il punto della situazione riguardo le modifiche alle norme contenute nel decreto in vigore dal 26 aprile. Ancora una volta il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha ribadito che vuole riaprire in sicurezza, oltre a rinnovare l’invito ai turisti stranieri di scegliere l’Italia per i loro prossimi viaggi. Tutto dipenderà dal monitoraggio di venerdì 14 maggio, quando si vedrà se la curva epidemiologica continuerà la sua discesa.

Le nuove norme motivo di battaglia

Se il calo dovesse venire confermato, dal giorno seguente non vi sarà più l’obbligo della mini quarantena per chi arriva dall’estero. Dal 17 maggio potrebbe anche slittare di un paio d’ore l’entrata in vigore del coprifuoco. Anziché alle 22 inizierebbe a mezzanotte, sempre fino alle 5 del mattino. Coprifuoco che potrebbe venire definitivamente abolito dal 21 giugno, primo giorno d’estate. Anche le norme all’interno dei locali potrebbero cambiare, sempre però utilizzando la mascherina e mantenendo la distanza di sicurezza. Il pressing della Lega è sull’addio al coprifuoco già dal prossimo lunedì 17 maggio.

Il leader, Matteo Salvini, ha twittato: “Anche oggi 17.394 guariti e 532 dimessi dagli ospedali, di cui 42 dalle terapie intensive. Questa settimana chi potrà dire no a #riaperture e #nocoprifuoco?”. Più cauto Roberto Speranza, ministro della Salute, che ha tenuto a ricordare che il Covid non è ancora stato sconfitto. Come se qualcuno potesse dimenticarselo. Ma oltre all’emergenza sanitaria c’è anche quella economica, che il premier Draghi vuole sconfiggere al pari del virus. E considerando che la campagna vaccinale adesso ha ingranato e sta proseguendo bene, c’è tempo anche di pensare a fare ripartire l’economia e il turismo.

L'accordo con l'Europa

Secondo quanto riportato dal Corriere, Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, starebbe lavorando a un accordo con l’Europa e i Paesi del G7 per portare turisti in Italia. Toccherà comunque al premier prendere la decisione sulla questione spinosa: riaprire tutto e subito, oppure continuare in modo graduale. Già da qualche giorno le Regioni stanno pressando il governo affinché vengano modificati i criteri di valutazione e in particolare quello relativo all’Rt, ritenuto ormai obsoleto e non veritiero. Il rischio è che l’indice di contagio faccia tornare alcune regioni in zona arancione o rossa senza un reale motivo di pericolo. In questo momento con un valore pari a 1 si entra in arancione, mentre superiore a 1,25 si passa direttamente al rosso. Si starebbe pensando di lasciare le cose così come sono, agevolando però le regioni che rischiano il cambio di colore ma che hanno un alto numero di vaccinati, soprattutto sopra i 70 anni. Se così fosse, da venerdì prossimo tutte le regioni potrebbero essere finalmente gialle. Anche perché è difficile pensare che un turista straniero decida di venire in Italia pur sapendo di dover stare in isolamento. I ministri degli Esteri e della Salute stanno lavorando per abolire la norma.

Rientro dall'Estero

E si parla del 15 maggio come data per permettere a chi arriva dai Paesi dell’Unione europea, dalla Gran Bretagna e da Israele di saltare la mini quarantena di 5 giorni. Servirà solo un certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi o anche un tampone negativo nelle 48 precedenti l’entrata in Italia. Stesso criterio dal 15 giugno per tutte le altre Nazioni che avranno una percentuale alta di popolazione vaccinata. La soglia potrebbe aggirarsi intorno al 65% ma verrà decisa il 3 giugno durante il G7 Salute. Anche se non sarà ancora attivo il pass verde europeo, basterà la certificazione che attesti uno dei tre requisiti.

Ecco le prossime date da segnare sul calendario

Nel decreto in vigore dal 26 aprile viene specificato che bar e ristoranti sono aperti, ma possono accogliere i clienti solo se seduti al tavolo all’esterno. Dal primo giugno sempre obbligo per gli avventori di essere seduti al tavolo, ma anche all’interno del locale. Non si potrà invece consumare l’ordinazione al banco. Divieto di stazionare fuori dal locale anche per chi sceglie l’asporto di cibi e bevande. Forse dal primo giugno, per aiutare anche queste attività, sarà possibile consentire l’ingresso ai clienti, purché indossino la mascherina e mantengano la distanza di sicurezza di un metro.

Piscine e palestre

Dal 15 maggio riapriranno le piscine all’aperto, mentre dal primo giugno sarà la volta delle palestre. Ancora non si sa nulla per quanto riguarda le piscine al chiuso. Il dilemma sembra l’uso delle docce, che gli esperti continuano caldamente a sconsigliare. Per ovviare al problema si starebbe pensando di scaglionare l’entrata negli spogliatoi e sanificare dopo ogni utilizzo. Se ci sarà l’ok del Cts, dal primo giugno potranno riaprire tutte le piscine.

Centri commerciali

Ancora chiusi nei fine settimana i centri commerciali che stanno pressando per poter riaprire anche il sabato e la domenica. Una data possibile potrebbe essere sabato 22 maggio. Ma toccherà alla cabina di regia scegliere la data.

Feste di matrimoni

Gli organizzatori di eventi stanno ancora aspettando il via libera del Comitato tecnico scientifico, dopo che hanno stilato il protocollo approvato dalla Conferenza delle Regioni. Chiedono intanto al governo, appena arriverà l’ok del Cts, di autorizzare feste e banchetti.

Forse verrà richiesta anche la certificazione verde per poter accedere ai festeggiamenti, e questo particolare potrebbe far dire di sì all’esecutivo dal 15 giugno o al massimo dal primo luglio, data in cui ricominceranno anche fiere e convegni.

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