Sanremo 2020

I cattolici contro Achille Lauro: "Vada ad Assisi per San Francesco"

Achille Lauro, dopo l'imitatio francescana, è divenuto oggetto di critiche web. E il fronte cattolico invita il cantante a perseguire la vera via francescana

I cattolici contro Achille Lauro: "Vada ad Assisi per San Francesco"

La imitatio francescana di Achille Lauro non è piaciuta ad una parte di mondo cattolico. Il cantante, che ieri ha stupito tutti a Sanremo, ha spiegato il perché della sua scelta su Instagram: "La celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della basilica superiore di Assisi. Il momento più rivoluzionario della sua storia in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà".

Questo è il motivo per cui l'artista veronese, dopo l'entrata in scena, si è quasi denudato. Se San Francesco, incontrando Gesù Cristo, ha rinunciato ad ogni ricchezza materiale, Achille Lauro, partecipando alla settantesima edizione del Festival di Sanremo, ha voluto ricordare a modo suo la natura rivoluzionaria della via francescana. E dei commenti critici apparsi sul web? Con ogni probabilità, Lauro se ne frega. Tanto che l'immagine profilo della sua pagina Facebook, adesso, ritrae proprio il patrono d'Italia.

Alcuni pareri scandalizzati, come spesso capita di questi tempi, sono rintracciabili tra gli utenti dei social network. C'è anche chi ha scritto che "oggi, chiunque, liberamente, può prendersi gioco di Dio e delle cose di Dio e nessuno dice niente, questo rende l' idea su quanto Dio, in verità, sia amato". E ancora: "Le cose Sante - si legge - vengono derise in libertà". Ma non si tratta solo di una bufera nata sul web.

Maria Rachele Ruiu di Pro Vita e Famiglia, sentita da IlGiornale.it, l'ha toccata piano: "Se veramente ha detto che quella sarebbe dovuta essere la svestizione di San Francesco...come dire...gli auguro di andare ad Assisi ad incontrare davvero Francesco, che male non gli può fare". La Ruiu ha sottolineato di non aver assistito alla performance sanremese in diretta. La serata di stasera, però, sarà di sicuro attenzionata dai pro life e pro family: è previsto quello che sempre la Ruiu ha definito "il contracanto all'eutanasia", ossia l'esibizione di Paolo Palumbo, un artista che per la visione dell'esponente pro life rappresenta un "super ragazzo" che "canta con gli occhi". Palumbo, che nel 2019 è stato anche minacciato, è malato di Sla.

E poi c'è Don Alfredo Maria Morselli, uno dei pochi sacerdoti disposti a commentare l'accaduto. Il parroco emiliano-romagnolo, che rivendica di non avere la Tv e di "essere rimasto al canto gregoriano", ha posto l'accento sul "falso francescanesimo" e sulla "retorica pseudofrancescana", di cui saremmo "pieni da troppi anni". Il don, di cui abbiamo voluto ascoltare il parere, pensa che chi "si appella" al Santo di Assisi, come Achille Lauro, "dovrebbe dare ai poveri tutte le sue sostanze, vivere castamente, sottoporsi a digiuni e penitenze, partire per i paesi islamici e cercare di convertire i successori del sultano". Questa, insomma, è la vera via francescana. E non sussistono deroghe. Ma non è tutto. Morselli ha anche evidenziato come San Francesco, sul corpo, avesse la "stigmate di Gesù" e "non tatuaggi". Francesco ha "ammansito il lupo fuori di sè perché prima aveva ammansito se stesso" - ha aggiunto il consacrato - .

Un commento, infine, ci è stato rilasciato dal professor Francesco Agnoli, che ha esordito così: "Lasciamo perdere San Francesco. Tra luci, lustrini e presentatori che prendono centinaia di migliaia di euro, non avrebbe saputo che farci. O forse sì, sapeva stare con i lebbrosi, e sapeva bene che la lebbra peggiore è il peccato". Una riflessione laconica, che si inserisce nelle reazioni cattoliche all'esibizione di Lauro.

Vedremo se il cantante, nel corso delle prossime serate, metterà in scena qualcosa di simile.

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