Cronache

Cadice, la lite e poi le botte: "L'abbiamo fatto per difenderci"

Parla Dario, il ragazzo che sferrò un pugno allo spagnolo: "Prima ci avevano aggredito"

Cadice, la lite e poi le botte: "L'abbiamo fatto per difenderci"

"Chiariamo subito una cosa: io non sono un violento". A parlare al Corriere della Sera è Dario Bordoni, uno dei ragazzi coinvolti nella rissa fuori dalla discoteca a Cadice.

Dario sostiene che quello del filmato fosse il "primo pugno della mia vita, l'unico" e che sarebbe stato sferrato solo per difesa. La stessa cosa ha pensato anche la giustizia spagnola, che lo ha rilasciato: "Il giudice mi ha scagionato perché dice che la mia è stata legittima difesa. Più di così".

Il video dell'aggressione, infatti, sarebbe solo la parte finale di una vicenda ben più lunga, rispetto a quei 35 secondi, che hanno fatto il giro del web. Perché prima delle botte ai ragazzi spagnoli, ci sono le violenze subite dal gruppo di italiani all'interno del locale. Dario racconta che prima del filmato "le stavo prendendo da 6-7 ragazzi spagnoli tutti assieme. Calci in pancia e una botta in testa che mi ha stordito. Non ho difeso soltanto me stesso ma anche i miei amici, e lo hanno detto al giudice tutti i testimoni sentiti". Sembra che la rissa sia cominciata all'interno del club, dove due ragazze erano state infastidite da alcuni ragazzi spagnoli, tra cui quello che ha ricevuto il calcio in testa. Un amico italiano di Dario allora, per difendere le ragazze, avrebbe provato ad allontanarli, ma il tutto sarebbe degenerato in una rissa, con tanto di intervento del bodyguard che avrebbe cacciato dal locale gli spagnoli. Loro, però, "hanno aspettato fuori me e i miei amici e quando siamo usciti è ricominciato tutto con più violenza". Il resto lo conosciamo: prima il pugno di Dario e poi il calcio di Emilio ad un ragazzo spagnolo, che finisce in ospedale.

"Vedere me stesso in video che sferro quel pugno e poi l’epilogo così brutto del calcio mi ha sconvolto", ammette Dario, che ha visto il video solo una volta uscito dal carcere.

E dal gesto di Emilio Di Puorto, che ha sferrato il calcio, prende le distanze: "Mi dissocio da quel gesto perché una cosa così non si può fare nemmeno in un momento di rabbia come quello".

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