E' finito in manette il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio, del gruppo "Insieme per la Calabria-Scopelliti". L'accusa: associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato (avrebbe costituito società fantasma allo scopo di ottenere voti). In consiglio regionale il gruppo di cui fa parte Rappoccio è composto da Pri e Udeur e non è inserito nella lista "Scopelliti presidente".
Secondo gli inquirenti Rappoccio avrebbe promosso e ideato un articolato meccanismo fraudolento attraverso l’attività di alcune società che, con il fine apparente di selezionare aspiranti lavoratori, ne captava e canalizzava il
voto speculando sui bisogni e le aspettative di tanti giovani. In questo modo - sempre secondo le accuse - veniva eletto alle Regionali del 2010, e tentava di far eleggere al Consiglio comunale di Reggio, nel maggio 2011, Elisa Campolo, che pur non riuscendo a entrare in Consiglio otteneva un gran numero di voti. Tale sistema, secondo l’accusa, avrebbe consentito a Rappoccio di disporre di un congruo "serbatoio" di voti in vista delle prossime elezioni politiche.
Il consigliere regionale è accusato anche di truffa perché, secondo la Procura generale, insieme agli altri indagati avrebbe indotto circa 850 persone a iscriversi alla cooperativa Alicante pagando 15 euro e a partecipare, con il pagamento di altri 20 euro, ad un concorso "superando il quale, a dire del Rappoccio e dei suoi correi, avrebbero avuto concrete possibilità di lavoro".
Il Pri lo sospende dal partito
Appresa la notizia il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, ha sospeso Rappoccio dal Partito repubblicano italiano. Il provvedimento sarà presentato alla Direzione nazionale del partito per la ratifica. La segreteria del Pri, si legge in una nota, "si augura che il consigliere Rappoccio possa dimostrare la sua completa estraneità ai fatti,
considerato anche l’odioso reato (scambio di voti) di cui è accusato. La segreteria del Pri confida in maniera totale e assoluta nella giustizia, qualunque possa essere il verdetto finale".
L'avvocato di Rappoccio
"Rispettiamo il provvedimento adottato, e quando ho potuto incontrare stamani l’on. Rappoccio, lo stesso mi ha confermato la piena fiducia nei confronti dell’operato dei magistrati", ha detto l’avvocato Giacomo Iaria, difensore di Rappoccio. "Ciò che comunque si intende ribadire - ha proseguito - e che a proposito delle esigenze cautelari fondanti il provvedimento restrittivo e che al di là delle mere aspirazioni elettorali, alcun dato formale porterebbe ad escludere una candidatura di Rappoccio al parlamento nazionale. Inoltre non è chiaro nell’ordinanza il collegamento tra Domenico Lamedica e Rappoccio, considerato che, allo stato, non risulta da nessuna parte una partecipazione, formale o sostanziale, che il mio assistito avrebbe avuto con la società 'Sud Energia' o con la cooperativa 'Alicante'.
Ed ancora, Rappoccio, proprio a seguito dell’incessante campagna mediatica di cui è stato oggetto, aveva chiesto, tramite me, al dottor Scuderi, lo scorso 30 luglio, di potere rendere dichiarazioni a chiarimento della vicenda, ricevendone un garbato rifiuto". "Rispettiamo quella decisione - conclude l’avvocato Iaria - ma ci chiediamo perché non abbia voluto aderire alla nostra richiesta".
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