Canton Ticino, stranieri più dei lavoratori locali. Lega: "Prima i nostri"

A fronte dei 117.500 lavoratori del luogo, ci sono 118.300 stranieri, dei quali 65mila sono italiani

Canton Ticino, stranieri più dei lavoratori locali. Lega: "Prima i nostri"

"Prima i nostri" è la polemica nata nel Canton Ticino, in Svizzera, in vista del referendum del 25 novembre.

Secondo gli ultimi dati del 2017, i lavoratori stranieri in territorio elvetico hanno superato per la prima volta il numero dei locali. A fronte dei 117.500 lavoratori del luogo, ci sono 118.300 stranieri, dei quali 65mila sono italiani.

Una condizione mal digerita da molti svizzeri sebbene "gli stranieri portano ricchezza e sviluppo", sostiene il fondatore e vicepresidente dell'Associazione frontalieri Ticino, Eros Sebastiani che aggiunge: "Certamente questo sorpasso sarà nuovo materiale per la campagna 'prima i nostri' di Lega e Udc. Per alcune prossime scadenze elettorali siamo preoccupati, si va verso l'ignoto. Però è certo che qui, senza lavoratori stranieri, l'economia si ferma".

Il 27,5% del totale dei lavoratori stranieri sono italiani che ogni giorno varcano il confine, riporta La Stampa. I rimanenti sono stranieri residenti o domiciliati in Svizzera.

A cavalcare il malcontento della popolazione, come ha osservato Sebastiani, Svii partiti "Lega ticinese" e "Unione democratica di centro" secondo i quali gli stranieri sono un problema perché sottraggono tante opportunità di lavoro.

Secondo il vicesindaco leghista di Chiasso e deputata a Berna, Roberta Pantani, il trattato Ue di libera circolazione delle persone è un vero e proprio nemico perché "fa perdere posti di lavoro ai ticinesi a vantaggio degli altri" gli stranieri, che "costano meno".

La soluzione? Per il vicesindaco il lavoro deve prima essere offerto a uno svizzero e solo in un secondo momento a uno straniero.

A preoccupare chi non la pensa in questo modo, il referendum del 25 novembre sulla "autodeterminazione", ovvero, la prevalenza del diritto elvetico su quello internazionale.

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