Cronache

Open Arms, la procura vuole sentire Conte, Di Maio e Lamorgese

Assieme all'ex premier la procura di Palermo ha chiesto le testimonianze di altri politici e di numerosi funzionari diplomatici e delle forze dell'ordine

Open Arms, la procura vuole sentire Conte, Di Maio e Lamorgese

Non solo Salvini, ma anche la procura di Palermo ha pronta una lunga lista di possibili testimoni nel processo sul caso Open Arms. La vigilia della prima udienza, prevista per il prossimo 15 settembre nel capoluogo siciliano, è stata scandita dagli elenchi di difesa e accusa dei papabili testimoni da ascoltare.

Liste che in parte si equivalgono. Ieri è emersa la volontà della difesa di Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e abuso di ufficio, di portare davanti al giudice l'ex presidente del consiglio Giuseppe Conte e i ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio. Nelle scorse ore, come come riportato dall'AdnKronos, anche la pubblica accusa vuole sentire i tre esponenti politici.

Nell'elenco figura anche Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti e anch'egli incluso nella lista depositata dalla difesa di Salvini, e l'ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta. La motivazione è possibile leggerla nelle carte della stessa procura palermitana. Ministri ed ex ministri saranno sentiti “secondo le rispettive competenze, sulle determinazioni assunte dal Governo sui fatti inerenti le operazioni di soccorso della nave Open Arms, sulle eventuali interlocuzioni da ciascuno intrattenute con il Ministero dell'Interno, sulle eventuali attività intraprese ai fini della redistribuzione dei migranti”.

Luciana Lamorgese invece potrebbe essere chiamata a testimoniare dalla procura “sulle procedure e competenze per la concessione del Pos anche in occasione di eventi Sar in acque non territoriali e sul meccanismo della redistribuzione dei migranti e ai rapporti tra tale eventualità e rilascio del pos”.

Tra i nomi nell'elenco dei possibili testimoni voluti dalla procura e indicati anche dalla difesa di Salvini, spicca quello dell'ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell'Italia nell'Unione Europea. Altri testimoni presenti in entrambe le liste potrebbero essere il questore di Agrigento, Rosa Maria Iraci, e il prefetto di Roma Matteo Piantedosi, all'epoca capo di gabinetto di Salvini al Viminale. Spiccano infine i due rappresentanti di Open Arms ammessi come parte civile al processo: la capomissione Ana Isabel Montes e il comandante Marc Reig Creus.

I magistrati palermitani inoltre vorrebbero far comparire in aula i prefetti Paolo Formicola e Emanuela Garroni, Sergio Liardo, capo del terzo Reparto del comando generale della capitaneria di porto, il capitano Edoardo Anedda, comandante delle sezioni unità navale e operativa della Gdf di Palermo, Leandro Tringalli dell'ufficio marittimo di Lampedusa e l'ammiraglio Nunzio Martello, capo del reaparto personale del comando generale delle capitanerie di porto.

Le accuse portate avanti contro Salvini

La procura di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi, ha sposato la tesi della procura di Agrigento, nei cui uffici nell'agosto del 2019 è stato aperto il fascicolo. In particolare, i magistrati sostengono che Matteo Salvini in quel mese, in qualità di ministro dell'Interno, avrebbe abusato della propria posizione per vietare lo sbarco dei 147 migranti a bordo della Open Arms, ferma a largo di Lampedusa. Per questo il segretario della Lega è stato accusato anche di sequestro di persona.

I magistrati siciliani sostengono la responsabilità in capo al ministro dell'Interno di indicare un porto sicuro. Per Salvini invece il suo atto ha avuto natura politica e ha seguito la linea concordata con il governo di allora, il primo guidato da Giuseppe Conte.

È per questo che ex premier e ministri dell'epoca sono stati chiamati a testimoniare sia dalla difesa che dall'accusa.

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