Politica

Le cattive influenze

La nuova ossessione della sinistra è quella delle "ingerenze straniere".

Le cattive influenze

La nuova ossessione della sinistra è quella delle «ingerenze straniere». Non è neppure una strategia politica ma, piuttosto, una condizione psicologica: la rimozione della realtà. Quindi la stampa engagé e gli intellettuali in trincea - terminate le munizioni - s'inventano manine, piani nascosti, messaggi occulti. L'ultimo trend è la Russia, che starebbe brigando per far vincere il centrodestra. Ma, a prescindere dal fatto che fa sorridere che a muovere questa critica siano i discendenti diretti di quel Partito comunista che per decenni è stato ampiamente foraggiato dall'Unione Sovietica, in questa accusa qualcosa non torna. La scommessa di Mosca, infatti, sarebbe piuttosto autolesionista, visto che Silvio Berlusconi è sempre stato - da tempi non sospetti - un campione di filo atlantismo e ha preso nettamente le distanze dal Putin invasore; Giorgia Meloni ha dimostrato con chiarezza di essere posizionata fermamente nella parte occidentale dello scacchiere mondiale e Matteo Salvini li segue a ruota. Certo, il leader della Lega in passato ha prestato il fianco a qualche strumentalizzazione, ma la strada imboccata negli ultimi mesi - e che deve seguire con maggiore tenacia - non lascia margine a dubbi.

Altro che russi, americani, agenti segreti e ambasciatori trafficoni. I segugi della sinistra più avvelenata possono smettere di frugare, siamo in grado di anticipare loro in esclusiva chi si nasconde dietro le pesantissime ingerenze sulle prossime elezioni: gli italiani. Quel popolo che la gauche elitaria guarda dall'alto verso il basso. È loro l'unica vera influenza che pesa veramente sulle urne e sono loro, fino a prova contraria, gli unici detentori della volontà popolare. Anche se dovesse vincere il centrodestra perché - pensate un po' -, la democrazia prevede anche l'alternanza. Comprendiamo quanto sia difficile da accettare, ma è così. Piuttosto, una certa sinistra, invece di giocare a Risiko con gli avversari politici, dovrebbe fare i conti in casa propria e sdraiarsi sul lettino per fare un po' di autoanalisi su quelle pulsioni filo-palestinesi che la attraversano da anni, senza aver mai trovato una soluzione. Come abbiamo dimostrato dalle colonne di questo quotidiano, pubblicando i post e i tweet contro lo Stato d'Israele del candidato del Pd Raffaele La Regina. Perché il tarlo dell'antisemitismo non ha mai smesso di abitare quella parte, in tutte le sue forme. E flirtare con la sinistra radicale, vezzeggiare i centri sociali e coccolare tutti gli estremisti in grado di portare anche solo una manciata di voti è il modo migliore per dare ossigeno a questo sottobosco. Il Pd e Letta, nel corso degli anni, avrebbero dovuto impararlo, invece di accusare sempre la destra di un razzismo che nel frattempo stava germogliando nel loro orticello.

La Regina è l'ultimo, ma non l'unico, esponente di quel virus anti occidentale e anti americano che ammorba la sinistra italiana, da Nicola Fratoianni a Laura Boldrini, passando per gli ex (e forse anche futuri) alleati del Pd, quei Cinque stelle che non hanno mai perso l'occasione per inginocchiarsi e baciare la pantofola

dell'autocrate di turno, possibilmente di fede marxista. Ecco, queste sono cattive influenze. Ma noi confidiamo nell'antivirus delle urne e, specialmente, nelle benedette e democraticissime ingerenze degli elettori italiani.

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