Cattivi ragazzi, pessimi maestri

Non vorrei vedere i loro volti per esporli al pubblico ludibrio, ma perché è giusto che i cittadini, a cominciare dai genitori e dagli insegnanti, si assumano la responsabilità morale di ciò che hanno contribuito a generare

Cattivi ragazzi, pessimi maestri
00:00 00:00

Caro Vittorio, come tuo coetaneo e fedele lettore del nostro Giornale da sempre, posso fare una piccola critica? A pagina 3 del numero di oggi c'è una foto di alcuni studenti di Bisceglie che elegantemente mostrano un cartello con la scritta «Meloni, Tajani, Salvini farete la fine di Mussolini».
Purtroppo avete nascosto le facce di questi studenti, suppongo perché dovrebbero essere minorenni e la legge non ne permette la pubblicazione. Io invece (e penso tanti altri come me) avrei preferito vedere i volti di questi ragazzi e soprattutto mi sarebbe piaciuto che li vedessero i loro genitori ed i loro insegnanti per capire fino a che punto hanno perso il controllo dei rispettivi figli e studenti. Non pensavo sinceramente che si sarebbe arrivati a questo livello di ignoranza.
Mi piacerebbe conoscere il tuo parere.

Cordialmente
Antonio Reitano

Vorrei vedere anche io, come molti lettori ci hanno segnalato, i volti degli studenti di Bisceglie che hanno esposto un cartello con scritto "Meloni, Tajani, Salvini farete la fine di Mussolini". Sabato, come tutti gli altri quotidiani, abbiamo pubblicato sul nostro giornale una loro immagine, ma pixelata. Coprendo, quindi, le fattezze dei minori. Non vorrei vedere i loro volti per esporli al pubblico ludibrio, ma perché è giusto che i cittadini, a cominciare dai genitori e dagli insegnanti, si assumano la responsabilità morale di ciò che hanno contribuito a generare. Detto ciò, purtroppo la legge impone limiti precisi: i minorenni non si possono riconoscere pubblicamente, neppure quando si comportano da perfetti imbecilli. Ma il punto non è solo l'anagrafe. Il vero problema è ciò che sta dietro quelle teste vuote, coperte non tanto per protezione giuridica quanto per evitare il disagio di guardare in faccia una sconfitta educativa e culturale. Perché quei ragazzi, che forse non sanno neppure chi sia Mussolini, e ancor meno che fine abbia fatto, non sono colpevoli, ma colpiti. Colpiti da anni di propaganda, disinformazione e insegnamenti deviati. Cresciuti in una scuola dove l'odio politico è mascherato da attivismo, dove certi insegnanti non insegnano più ma istigano, dove l'insulto contro l'avversario sostituisce il pensiero critico, e dove la parola "fascismo" viene usata come jolly per demonizzare chiunque non si allinei. Altro che studenti. Sono ventriloqui del nulla, burattini istruiti a ripetere slogan vuoti, incapaci di distinguere la Storia dalla narrativa di partito. Sono i nuovi partigiani da salotto, partoriti non dalla Resistenza ma dall'ignoranza confezionata nei centri sociali, nei collettivi, nei sindacati che pascolano nelle scuole e trasformano le aule in avamposti ideologici. Certo, vedere le facce sarebbe stato utile. Ma ancora più utile sarebbe mettere a nudo le facce vere della vergogna: quelle degli adulti che li hanno allevati così. Quelli che si commuovono solo per Gaza, che sventolano la bandiera palestinese e che ogni giorno seminano odio contro l'Italia, contro le istituzioni, contro la memoria, contro la democrazia. Quelli che piangono se un immigrato viene respinto ma esultano se il premier democraticamente eletto viene minacciato. Ecco chi dovremmo mostrare. E forse anche processare, almeno sul piano della coscienza collettiva.

Altro che privacy: ciò che va tutelato oggi è il buon senso, la verità, la libertà vera, non quella dei capricci dei minorenni in cerca di rivoluzioni preconfezionate.

Con amarezza e con fermezza sostengo che non sono i ragazzi a far paura. Sono i loro maestri.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica