È destinato a finire all'attenzione del tribunale del riesame il caso della scarcerazione di Serif Seferovic, il rom di 20 anni fermato a Torino dalla polizia perché fortemente indiziato della morte delle tre sorelle Halilovic, arse vive nel rogo che il 10 maggio scorso ha distrutto a Centocelle il camper dove vivevano assieme ad altri otto familiari, e rimesso in libertà dal gip del capoluogo piemontese Alessandra Danieli per "mancanza di indizi di colpevolezza".
Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Antonino Di Maio, che contestano a Seferovic il triplice omicidio, il tentato omicidio e la detenzione di oggetto incendiario (la bottiglietta utilzzata per dare alle fiamme il camper), stanno valutando l'ordinanza del giudice per capire se ci siano incongruenze e contraddizioni tra quanto spiegato nel provvedimento di convalida del fermo e in quello con cui è stata negata l'applicazione della misura cautelare. Se si dovesse decidere per l'impugnazione, sarebbe comunque il pm di Torino, titolare del fascicolo, a rivolgersi al tribunale del riesame del suo distretto per competenza.
Oggi intanto a Roma si sono svolti alcuni accertamenti "irripetibili" sui reperti rinvenuti nel furgone dei Seferovic, ma di proprietà di Renato, fratello di Serif. Quest'ultimo, che ieri sera ha lasciato il carcere di Torino, non ha preso parte all'atto istruttorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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