Cronache

"Ha provato a strangolarlo". Il gesto di Benno in cella

Dietro le sbarre per l’omicidio dei genitori, Benno Neumair ha un'altra accusa di cui rispondere

"Ha provato a strangolarlo". La rivelazione: il gesto di Benno in cella

Non ci sono dubbi, Benno Neumair è perfettamente capace di intendere e di volere. Questo quanto affermato in tribunale da Anna Palleschi, perito di parte civile. Imputato per l’omicidio e la distruzione di cadavere dei genitori Laura Perselli e Peter Neumair, il 31enne “ha un disturbo narcisistico di personalità ma era lucido quando uccise i suoi genitori e gettò i loro cadaveri nel fiume”.

La psichiatra padovana ha evidenziato che“può uccidere anche chi non ha alcun disturbo” e questo è il caso di Benno. Una perizia che non coincide con quella svolta dai tre periti nominati dal gip in incidente probatorio. Secondo questi ultimi, infatti, il personal trainer sarebbe stato incapace di intendere e di volere in occasione del primo omicidio, quello ai danni del padre Peter. Ad innescare la furia di Benno, l’analisi degli esperti, sarebbe stato un litigio con il genitore.

Per la Palleschi, invece, l’imputato non agì in seguito ad un discontrollo degli impulsi. L’omicidio sarebbe un’azione di ritorsione, un tentativo di prendere il controllo e proteggere la propria autostima. Per la consulente di parte civile Benno sapeva quello che faceva. E c’è un’ulteriore testimonianza, emersa a margine dell’udienza e finora inedita.

Poco meno di un anno fa, per la precisione nel luglio del 2021, Benno tentò di strangolare un compagno di cella nel carcere di Bolzano. Un’aggressione scaturita in seguito ad un litigio per futili motivi: provvidenziale l’intervento delle guardie carcerarie per scongiurare il peggio. Nei confronti del 31enne, evidenzia l’Ansa, furono presi dei provvedimenti da parte dell’amministrazione penitenziaria.

E c’è di più. Nel corso della sua argomentazione, la psichiatra si è detta convinta che Benno non sia pentito del duplice omicidio. “Preoccuparsi delle conseguenze per gli altri delle sue azioni non fa parte del suo modo di stare al mondo.

Lui pensa solo alle conseguenze per sé stesso, come si è notato anche durante la perizia quando dimostrava molta preoccupazione per il proprio futuro in carcere ma non per la morte dei genitori”, le sue parole riportate dal Corriere: “È poi capace di simulare emozioni, pur di raggiungere uno scopo: in una circostanza riferì la falsa notizia del suicidio di una sua fidanzata, mostrandosi molto triste, ma era tutto falso e serviva solo ad ottenere un permesso dal lavoro”.

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