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Che piacere la partita in tv (se i telecronisti scioperano)

Che piacere la partita in tv (se i telecronisti scioperano)

Il silenzio è d'oro. Soprattutto se a tacere sono i telecronisti Rai. Come è accaduto mercoledì sera per Juventus-Torino di coppa Italia. Che meraviglia, niente chiacchiere, solo i rumori di sottofondo dei tifosi. Con il divano di casa trasformato in tribuna, per di più riscaldata dal termosifone. A quanto pare il pubblico televisivo non ha sofferto l'improvvisa defezione: in sei milioni hanno visto la partita, 23 per cento di share, fregandosene altamente dello sciopero delle voci di Rai Sport, autoimbavagliatesi dopo l'acquisto da parte di Mediaset dei Mondiali 2018 in Russia.

Pazienza se lo speaker dello stadio a volte è stato soffocato dagli spot («La Juve sostituisce il numero otto Marchi...»). Meglio comunque un'informazione troncata a metà dei voli pindarici del nuovo, si far dire, Nicolò Carosio, al secolo Gianni Cerqueti. Così l'altra sera ci siamo probabilmente persi: «Douglas Costa ha finalizzato in modo vincente» (per la plebe «ha segnato»); «Mandzukic ha esercitato la soluzione mancina» («ha tirato di sinistro»). E ancora: «Questo lo starting eleven del Torino» («la formazione iniziale»); «Acquah fallisce l'assistenza» («sbaglia il passaggio»); «Il Torino non trova la strada dell'incisività» («gioca male»). E poi in ordine sparso: «frangente», «chance», «segmento», «di giustezza», «non far sconti», «pagare dazio», «a livello».

Senza contare che ci siamo risparmiati anche gli interventi dello scalpitante bordocampista Alessandro Antinelli, ossessionato dalla frenesia di precedere, sia pure di un decimo di secondo, l'altoparlante: «Ci sarà un minuto di recupero». Quanti rimpianti per le dotte considerazioni nel preambolo, nell'intervallo e a fine partita del manipolo di esperti. Ci avrebbero fatto capire, in meno di un'ora complessiva, perché la Juve era favorita, perché stava vincendo e perché aveva meritato di andare in semifinale. Che peccato.

Al tirar delle somme ci resta una speranza: che la Rai si lasci sfuggire anche i Mondiali del 2022 in Qatar.

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