«Chi ha il coraggio di aiutarmi dimostrerà di essere un onesto»

Dopo il furto subito ha postato su Facebook il video del colpo: «Non voglio scavalcare la polizia, ma così ci sono più possibilità»

Max Costa parla un po' a fatica: ha subìto da qualche mese un intervento chirurgico delicato, è ancora in riabilitazione. Ma il tono si fa più squillante, come se recuperasse energie residue, quando racconta quello che è successo al suo negozio di informatica «Mc Point » a Bergamo. Venerdì notte con un'auto hanno sfondato la vetrina e portato via tablet, computer e smartphone. Danni da almeno 15mila euro, dice. Un furto come tanti. A fare notizia però è soprattutto la decisione presa da quest'uomo di 57 anni: ha pubblicato su Facebook il video del colpo, registrato dalle telecamere interne, accompagnato dall'appello: «Scusate se disturbiamo ma ci può servire il vostro aiuto. Il furto che abbiamo subìto dimostra la cattiveria delle persone, la mancanza del rispetto dei sacrifici di chi lavora. Vi invitiamo a darci informazioni utili al riconoscimento di questi signori. Riceverete un premio oltre a un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Condividete e fate condividere il video e dimostriamo che siamo brava gente».

Signor Costa, lei aveva subìto altri furti? Lancia questo appello per esasperazione?

«No, questo è il primo da quando ho aperto il nuovo negozio, a maggio. Nessun furto neanche ad Alzano Lombardo, dove ho tenuto l'attività per circa sette anni, prima di ingrandirmi e spostarmi qui con i miei tre dipendenti, tutti assunti a tempo indeterminato».

Allora perché questa scelta?

«Prima di tutto temo che possa non essere l'ultimo: molti vicini hanno subìto furti reiterati, spero che tanta attenzione faccia da deterrente».

E poi?

«È uno strumento investigativo in più: i ladri avevano passamontagna e cappelli, è vero, ma magari qualcuno può essere riconosciuto da un dettaglio, il modo di camminare, la stazza…».

Questo è il lavoro delle forze dell'ordine: non si fida?

«Non è quello, ho solo usato un canale parallelo, in aggiunta. La polizia, onore al merito, ha un sacco di cose da fare…».

Quante telefonate ha ricevuto finora? Non teme una sorta di sciacallaggio, informazioni false fornite solo per soldi e lavoro?

«No, perché le ricompense ci saranno solo se i ladri saranno presi. Finora ho ricevuto tre o quattro sms, di cui sto verificando l'attendibilità. Del resto non speravo certo che saltassero fuori in due giorni».

Dire «assumo chi mi aiuta a prendere i ladri» non contribuisce a creare un mondo in cui ognuno cerca di farsi giustizia con i mezzi che ha?

«No. Serve a dare un messaggio chiaro: aiuto chi ha voglia di lavorare. Chi è capace di assumersi una responsabilità così è sicuramente una persona che ha voglia di fare. Vede, a questo nuovo negozio abbiamo lavorato per mesi anche prima dell'apertura, sabati e domeniche comprese, mettendoci il cuore: tutto questo lavoro distrutto fa male. Le informazioni attendibili, comunque, le giro anche alla polizia».

In un momento in cui non c'è lavoro non sarebbe più giusto assumere in base alle competenze?

«Guardi io sono vecchio stampo, penso che si possa imparare facendo, se c'è buona volontà. La persona che assumo, la formo anche».

Però se tutti facessero come lei i disoccupati si trasformerebbero in investigatori privati.

«Oppure avremmo un sacco di gente in più che lavora, dipende dai punti di vista».

Bergamo è una città sicura?

«Alcune zone, come

quella semicentrale dove si trova il mio negozio - quasi l'equivalente di Quarto Oggiaro a Milano - non sono messe benissimo. Ma quello che è successo a me può succedere ovunque, in qualunque città».

Twitter @giulianadevivo

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