Cibo sostenibile solo per 3,4 miliardi di persone. ​Ma nel mondo siamo 7,8

Uno studio mostra gli impatti ambientali della produzione di cibo. Ma i ricercatori avvertono: "La situazione è grave, ma c'è ancora tempo per cambiare, agendo il prima possibile"

Cibo sostenibile solo per 3,4 miliardi di persone. ​Ma nel mondo siamo 7,8

Oltre la metà della produzione di cibo del mondo è insostenibile per il nostro Pianeta. A renderlo noto è un'analisi condotta in 5 anni e pubblicata su Nature Sustainability, che dimostra come la maggior parte del cibo prodotto abbia costi ambientali altissimi.

L'analisi degli studiosi si è basata sulla "teoria dei 9 limiti planetari", formulata nel 2009, che fissa 9 soglie ambientali che le attività umane non dovrebbero oltrepassare. Pena il danno globale. Gli scienziati, guidati dal proffessor Dieter Garten, hanno analizzato 4 dei 9 limiti che, come sottolinea Repubblica, sono quelli collegati alla produzione di cibo: si tratta, cioè del mantenimento della biodiversità, dell'uso sostenibile di acqua dolce, dell'uso limitato di azoto in agricoltura e delle pratiche di disboscamento. Dall'analisi emerge come, allo stato attuale, il sistema alimentare possa fornire una dieta sostenibile ed equilibrata solamente a 3,4 miliardi di persone nel mondo, su un totale 7,8 miliardi. Per la prima volta, viene sottolineata l'insostenibilità dei ritmi attuali dello sfruttamente del terreno. "Per produrre cibo stiamo compromettendo l'ecosistema - spiegano i ricercatori -la situazione è grave, ma c'è ancora tempo per cambiare agendo il prima possibile".

Ma oltre a rendere note le problematiche, gli studiosi propongono anche delle soluzioni. Per risolvere il problema, "occorre ripensare completamente la filiera del cibo", dato che l'ambiente è messo in crisi dalle coltivazioni intensive, dai fertilizzanti e dalle irrigazioni esagerate. Basterebbe riorganizzare razionalmente le tecniche agricole, così da garantire un'alimentazione sostenibile per l'intera popolazione mondiale. Altre indicazioni sono la "rinaturalizzazione" degli allevamenti nelle aree in cui le specie sono a rischio estinzione, la riforestazione di alcuni terreni coltivati, la riduzione dell'uso dell'azoto in agricoltura.

"La chiave del successo di queste strategie, è che i Paesi interessati vedano benefici per il loro sviluppo - fanno notare gli autori dello studio - solo così esistono concrete possibilità di vederle implementate". Un'altra mossa fondamentale è la riduzione dello spreco: si stima, infatti, che circa il 30% del cibo venga gettato ancora prima di finire in tavola.

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Aggiornamento delle 20.

40 del 30/01/2020: una prima versione di questo articolo titolava: Cibo sostenibile solo per 3,4 milioni di persone. ​Ma nel mondo siamo 7,8. Ovviamente, la parola corretta era miliardi e non milioni. Ci scusiamo con i nostri lettori per l'errore

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