Cronache

Coca Cola lascia la Sicilia per colpa della plastic tax: "Produciamo in Albania"

La Sibeg, l'azienda etnea imbottigliatrice delle bevande gassate, è pronta a trasferire la linea produttiva della Coca Cola da Catania a Tirana per aggirare i balzelli della sugar free e plastic tax. L'azienda assicura a Catania 350 posti di lavoro, oltre ai 995 dell’indotto

Coca Cola lascia la Sicilia per colpa della plastic tax: "Produciamo in Albania"

La Coca Cola lascia la Sicilia, o meglio, la Sibeg Coca Cola è pronta a trasferire tutta la produzione in Albania a Tirana per fronteggiare i due nuovi balzelli governativi: la sugar-tax e la plastic-tax. L'azienda etnea si trova in difficoltà e sarebbe pronta a sbarcare dall'altro lato dell'Adriatico. “La Sibeg-Coca Cola rappresenta un patrimonio occupazionale e produttivo per Catania e la Sicilia. I lavoratori rischiano ora di pagare a caro prezzo due nuovi balzelli governativi. Con i vertici dell’azienda cittadina abbiamo avviato, già in questi giorni di Natale, un confronto mirato a individuare ogni iniziativa utile a scongiurare un altro effetto-valanga sulla già disastrata economia di questo territorio”, spiegano in un lungo comunicato Nino Marino, segretario generale della Uila Sicilia, e Alessandro Salamone, componente della Segreteria regionale dell’organizzazione di categoria.

La Uila aveva chiesto la riunione dopo le recenti dichiarazioni di Busi, secondo cui la Sibeg potrebbe essere “costretta a depotenziare gli stabilimenti catanesi spostando gran parte delle produzioni nei nostri impianti di Tirana in Albania” a causa delle due nuove tasse previste nella Finanziaria dal governo nazionale. Proprio in queste ore, peraltro, i dipendenti del comparto produttivo Sibeg hanno risposto con oltre l’82 per cento dei “sì” nella consultazione su una proposta aziendale che prevede aumenti in busta paga legati in parte all’introduzione di turni a ciclo unico e in parte al conseguimento di obiettivi concordati. Per Marino e Salamone “questo risultato va rispettato e costituisce un segnale di impegno, di responsabilità, dei lavoratori che va tenuto in debito conto dalla proprietà della Sibeg per ogni decisione presente e futura”.

Gli esponenti sindacali hanno ancora affermato: “La Sibeg assicura a Catania 350 posti di lavoro, oltre ai 995 dell’indotto. Busi e Mambelli hanno precisato di aver dovuto rivedere i propri piani che prevedevano nel prossimo anno l’assunzione di 6 lavoratori, non certo il ridimensionamento di uno stabilimento-chiave per un’azienda che ha nella Sicilia il proprio mercato di riferimento”. Nino Marino e Alessandro Salamone hanno concluso: “Sottoponiamo alla sensibilità del ministro del Lavoro, la catanese Nunzia Catalfo, il caso-simbolo della Sibeg. Lo facciamo in piena sintonia con il segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, e con il responsabile nazionale Uila per l’Industria alimentare, Pietro Pellegrini, che ancora nelle scorse settimane avevano chiesto al governo di tornare indietro sulla sugar e sulla plastic tax definendole due imposte di scopo false negli obiettivi, che servono solo a fare cassa e aprono le porte ai prodotti della concorrenza estera”.

"Anziché tassare le bevande bisogna aumentare il contenuto di frutta". È il duro commento di Coldiretti Sicilia all'annunciata delocalizzazione a causa della "sugar tax", della Sibeg, l'azienda etnea imbottigliatrice delle bibite anche a base di arance, "che penalizzerebbe il comparto agrumicolo dell'Isola". Per Coldiretti Sicilia "la sugar tax rischia di penalizzare l'intera filiera agroalimentare - dice - Gli investimenti degli agrumicoltori negli ultimi anni - commenta Francesco Ferreri, presidente regionale Coldiretti- sono stati notevoli e tutti indirizzati alla qualità e alla identificazione del prodotto. Il risparmio idrico, la tutela e la cura dell'ambiente sono gli altri punti distintivi degli investimenti siciliani che rischiano di essere vanificati se non si valorizza e incentiva il comparto". "Non possiamo accettare questa situazione che impoverisce l'economia etnea - aggiunge Andrea Passanisi, presidente Coldiretti Catania - .

Occorre avviare tutte le azioni perché questo non avvenga".

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