Coronavirus

Colao spiega ​quale sarà il suo futuro

L’app dovrà arrivare entro maggio o non servirà a nulla. La crisi è l’occasione per rilanciare l’Italia, non dobbiamo sprecarla

Colao spiega ​quale sarà il suo futuro

A chi si aspettava una fase 2 più libera, Vittorio Colao, in una intervista a il Corriere, ha risposto che da lunedì 4 maggio saranno quattro milioni e mezzo gli italiani a tornare al lavoro e che molti hanno già iniziato lo scorso lunedì. Ancora a casa due milioni e 700mila, più la pubblica amministrazione. Questa riapertura a ondate costituirà un test molto importante per vedere se il sistema è in grado di reggere o no.

Nel suo futuro non c'è la politica

Colao ha anche affermato in modo categorico che di entrare in politica proprio non ci pensa: “Non ho nessuna intenzione di fare politica. Mi è stato chiesto di aiutare a gestire una fase complicata, con un gruppo di persone esperte di diverse materie”. Quando tutto questo sarà ormai alle spalle, tornerà al suo lavoro. Del resto, come lui stesso ha spiegato, molti manager hanno fatto la sua scelta per aiutare il proprio Paese, pronti poi a tornare alla loro vita precedente. Solo in Italia si pensa che poi si possa voler entrare in politica.

L’ex amministratore delegato di Vodafone si è anche voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa, ha infatti specificato che la task force non ha mai pensato di rinchiudere in casa gli over60. Come invece in tanti avevano capito, Fiorello in testa, che già si vedeva libero di passeggiare e fare jogging fino al 16 maggio, giorno del suo compleanno, e dopo quella data di venire murato in casa. Era stato solo posto il tema dei muratori nei piccoli cantieri e dei lavoratori nelle manifatture minori. Quindi, in teoria, niente politica in vista per il capo tella task force e niente segregazione per i cosiddetti anziani. E sulla crisi in atto ha esortato tutti a non farcela sfuggire, può essere un’occasione per rilanciare il sistema Italia. La task force, come ha spiegato, è divisa “in sei gruppi di lavoro, che coprono tutte le parti produttive e sociali: aziende, istruzione, turismo, cultura, famiglie, pubblica amministrazione… Abbiamo l’opportunità di fare in ognuno di questi campi cose che avrebbero richiesto molto più tempo” ha inoltre ribadito che sono tutti volontari e che nessuno di loro guadagna nulla.

Insomma, ormai la fase 2 sembra essere alle porte e la sua continuità dipenderà da tre punti fondamentali che andranno monitorati quotidianamente: il controllo dell’andamento dell’epidemia, la tenuta del sistema ospedaliero e la disponibilità di tutti i sistemi di protezione, come gel, guanti, mascherine. Appena qualcosa non andrà, si dovrà intervenire rapidamente nella zona più piccola possibile, le misure dovranno essere tempestive. Si dovrà agire in modo diverso, così da non penalizzare le regioni che presentano meno casi. La cosa importante è che “l’Italia si doti di un sistema per condividere le informazioni. La trasparenza sarà fondamentale. Se tanti lombardi e piemontesi vanno in Liguria, ogni Regione guarderà i suoi numeri, ma il ministero della Sanità dovrà guardare alle interrelazioni, per capire se il movimento crea focolai”.

La privacy è salva

E sull’App ribadisce che servirà solo se arriverà in fretta, entro maggio, e se verrà scaricata dalla maggior parte degli italiani. In caso contrario non sarà utile. La privacy sembra salva, i contatti saranno solo sui telefonini delle persone. In poche parole, chi scopre di essere infetto inserisce un codice che rilascia a sua volta altri codici alle persone con cui il soggetto è venuto a contatto. Il tutto anonimamente. Ossia, nessuno conosce l’altro, neanche il sistema. L’App avviserà quando si viene in contatto con un contagiato e si deve quindi chiamare il servizio sanitario. “Non vedo perché gli italiani dovrebbero rinunciare a informazioni che non limitano ma rafforzano la loro libertà” ha concluso Colao.

Su bar, negozi, ristoranti e chiese si tira fuori, la task force non c’entra. Quello è compito del governo che prende decisioni in base alle informazioni sanitarie. “Noi siamo advisor: ci è stato chiesto di dare consigli su come far ripartire costruzioni e manifattura. La riapertura progressiva ti fa capire meglio a quale velocità devi andare” ha tenuto a sottolineare.

Ha poi esortato tutti alla collaborazione, andando in ufficio in bicicletta, evitando i mezzi pubblici, entrando e uscendo a orari diversi e continuando con lo smart-working dove possibile.

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