"Adesso mi do fuoco". La scusa del magrebino per aggredire gli agenti

Il poliziotto, soccorso prontamente dai colleghi, è finito al pronto soccorso a causa delle tumefazioni all'occhio e della ferita da taglio all'altezza del sopracciglio: 25 i giorni di prognosi ricevuti in ospedale

"Adesso mi do fuoco". La scusa del magrebino per aggredire gli agenti

Nuovo grave episodio di aggressione da parte di un detenuto extracomunitario ai danni del personale di polizia penitenziaria impegnato nell'esercizio delle proprie funzioni, la notizia arriva stavolta dal carcere del Bassone di Como.

I fatti si sono svolti durante il pomeriggio dello scoso sabato 4 aprile, secondo quanto riferito dal responsabile di Como dell'Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) Andrea Patavina, che ha riportato alcuni dettagli della violenta aggressione. Tutto ha avuto inizio durante una semplice operazione di controllo effettuata da tre poliziotti, la cui attenzione è stata attirata dalle urla di un detenuto nordafricano con il corpo cosparso d'olio.

Lo straniero, un tunisino da tempo noto nel penitenziario per episodi di violenza e di sprezzo delle regole, minacciava di darsi fuoco. Furioso in seguito ad un colloquio avuto con il servizio di sorveglianza generale, una volta fatto ritorno nella propria sezione di appartenenza, il magrebino aveva deciso di inscenare una forma di protesta.

Quando, tuttavia, i poliziotti si sono avvicinati a lui per convincerlo a desistere dai suoi propositi ed impedire che potesse farsi del male, il facinoroso li ha aggrediti. "Si è letteralmente scagliato contro tutti colpendo a destra e a manca, del tutto fuori controllo e senza sentire alcuna ragione o dimostrare un minimo di disponibilità al dialogo", racconta Patavina, come riportato da "Ciao Como".

Dopo aver colpito uno degli agenti in pieno volto con un forte pugno, il nordafricano ha impugnato una lametta da barba che aveva occultato per infierire ulteriormente su di lui, riuscendo a ferirlo all'altezza del sopracciglio. Grazie al pronto intervento dei colleghi, per fortuna, è stato possibile limitare i danni e far in modo che la situazione non degenerasse ulteriormente, ma il ferito più grave è dovuto ricorrere comunque alle cure del pronto soccorso dell'ospedale di Cantù. A causa del trauma contusivo e della ferita da taglio ha ricevuto una prognosi di 25 giorni. Feriti, anche se in modo più lieve, anche gli altri due poliziotti aggrediti dal magrebino, i quali hanno riportato delle tumefazioni.

Anche il segretario regionale aggiunto Uspp Giuseppe Cesta è intervenuto per esprimere la propria solidarietà e condannare il gesto e il dramma dei poliziotti nei penitenziari. "Non basta l’emergenza Covid-19, non bastano le rivolte e le proteste da parte dei detenuti, la maggior parte strumentali. Continuano le aggressioni all’interno degli istituti penitenziari. Eventi talmente ordinari ormai che sembra non facciano più notizia", attacca Cesta.

"La gestione dei detenuti presso la casa circondariale di Como è già critica, ma il livello raggiunto oggi è inaccettabile e urgono interventi seri ed incisivi da parte dell’amministrazione. Altro che “detenuti preoccupati” per l’emergenza sanitaria. Qui siamo di fronte a soggetti che non hanno rispetto per nessuno, non hanno rispetto per le regole ordinarie, figuriamoci per quelle legate ad eventi straordinari come quello che stiamo vivendo", aggiunge ancora.

"Individui che disprezzano lo Stato, rappresentato dalla polizia penitenziaria, e calpestano i principi costituzionali cui si ispira la detenzione che, viceversa, dovrebbero essere valorizzati", conclude.

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