"Quello è rock nazista". Il concerto per Jan Palach nel mirino della sinistra

Polemiche a Verona per il concerto dedicato a Jan Palach il 19 gennaio prossimo. La replica della Compagnia dell'Anello

"Quello è rock nazista". Il concerto per Jan Palach nel mirino della sinistra

Ci mancava Repubblica che titolasse: "un concerto nazi rock per Jan Palach" e anche il commento sul Corriere di Gian Antonio Stella con “Giù le mani da Jan Palach”.

Insomma siamo a Verona, e il 19 gennaio prossimo è stato organizzato un concerto dedicato a Jan Palach, l’eroe cecoslovacco della resistenza antisovietica, che 50 anni fa si diede fuoco in piazza Venceslao a Praga per protesta. Morì dopo tre giorni di agonia. Al suo funerale parteciparono oltre 600 mila persone.

L’evento, chiamato “Terra e Libertà. A cinquant'anni dal suo sacrificio. Concerto per Jan Palach”, è organizzato dall'associazione “Nomos-Terra e Identità” ed è patrocinato dalla provincia veronese. Sulla locandina dell’evento, che per motivi di sicurezza non riporta ancora il luogo della manifestazione, si legge la scalatetta dei gruppi musicali che dovranno suonare e cantare: Gabriele Marconi, Topi Neri, Hobbit, e la Compagnia dell’Anello.

Ma a qualcuno, evidentemente colpito da queste strumentalizzazioni di sinistra che per accaparrarsi consensi usano l'"antifascismo", e a questi ragazzotti di sinistra che forse la storia non la sanno e nemmeno sanno chi fosse Jan Palach, la serata non è andata giù. Hanno preso la locandina dell’evento e ci hanno appiccicato sopra una bella striscia gialla con scritto “Concerto nazi – rock”. Da qui sono partite le polemiche. Apriti cielo. Antifascisti da tutte le parti.

L'Assemblea 17 Dicembre evidenzia come le band che terranno il concerto siano dichiaratamente e smaccatamente di estrema destra. "Gruppi dichiaratamente nazi – rock", scrivono alcuni giornali. E a essere attaccata è soprattutto la Compagnia dell’Anello, la cui musica però è stata recentemente usata anche dalla Rai per un servizio andato in onda sulle foibe. “La Compagnia dell'Anello – scrivono quelli dell’Assemblea 17 dicembre - è infatti tra le prime band nazi-rock italiane, nata al primo Campo Hobbit del 1977, evento storico della giovanile del Movimento Sociale Italiano, perché, come ammettono gli stessi componenti, “per i fascisti" non cantava nessuno (…) Venendo meno, ripetutamente, ai valori anti-fascisti della nostra costituzione la Provincia, e indirettamente l'amministrazione comunale, stanno patrocinando il concerto di tre band che inneggiano al potere bianco, alle bandiere nere, che rimpiangono il regime mussoliniano e criminalizzano la Resistenza”.

“Da tempo - tra lo stupore e le proteste che arrivano da sinistra - è in atto da parte delle formazioni neofasciste un tentativo di appropriarsi "culturalmente" e "politicamente" della figura di Palach”, scrive Repubblica. "Ma che c’entrano questi spiriti muscolari che rivendicano d’essere neri e nostalgici del Duce con un martire della libertà come Jan Palach, al quale Francesco Guccini dedicò una delle sue canzoni più belle?", scrive Gian Antonio Stella.

“Ma di cosa stiamo parlando – replica Mario Bortoluzzi uno dei fondatori, nonché cantante della Compagnia dell’Anello – sono letteralmente basito dagli attacchi e da quello che sta succedendo in questi giorni. Questi non sanno nemmeno di cosa parlano. Non conoscono la storia. Siamo stati noi de La Giovine Italia i primi a scendere in piazza quando Jan Palach si bruciò. Tutti gli altri partiti sono stati zitti. A ogni modo non molliamo, sono 41 anni che suoniamo, ed è dal 2006 che siamo diventati un gruppo nazi – rock. È un incubo a ogni concerto. Anzi, non conoscono nemmeno le nostre canzoni, prendendone solo alcune frasi".

E infatti, ne “La Ballata del Nero”, “Democrazia, democrazia / è cosa vostra, non è mia!”, in realtà è un verso di una canzone molto più lunga: "Ti fanno tradire, ti fanno tradire gli ideali che hai giurato di servire - E tu ti ammanti di democrazia e vai

cianciando di libertà - E tu ti ammanti di democrazia e vai cianciando di libertà - Libertà, libertà in quanto che comandate voi - Democrazia, democrazia è cosa vostra, non è mia!”.

Già. E allora. Ma di cosa stiamo parlando?

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