Cronache

Gli affari di Coop Adriatica: "Così pretendevano sconti"

Lasciano a casa un produttore che da vent'anni li riforniva di frutta da un giorno all'altro. Risultato? Lui chiude, e i suoi dipendenti restano a casa

Gli affari di Coop Adriatica: "Così pretendevano sconti"

Ci sono molte clausole che un collaboratore di Coop deve rispettare se intende fornire prodotti ai supermercati. Pensiamo a un produttore di frutta e verdura: controlli sui trattamenti in campagna, controlli nei magazzini, controlli sulla trasformazione e la conservazione.

Non solo. Servono celle frigorifere, centri d'imballaggio. Servono controlli sulla tracciabilità. Richieste non da poco, che conosceva bene la Celox, società che per quasi vent'anni ha fornito le pere che i supermercati mettono in vendita, salvo poi - la storia la racconta Repubblica - vedersi scaricata da un momento all'altro.

Le misure richieste da Coop Adriatica, la società di Fortunato Peron le rispettava tutte. In cambio era costretto a dire di "sì" anche a una serie di sconti che, una volta portati davanti all'Autorità garante, hanno portato chi di dovere a dire che i ribassi, che "arrivavano attorno al 35% del prezzo di listino", non erano "preventivati, né preventivabili". Risultato? Una sanzione da 49.000 euro per Coop Italia e Centrale adriatica.

Perché già nel 2012 la Celox aveva chiesto a Coop di ridurre gli sconti applicati sui propri prodotti, "insostenibili" per una società che è specializzata su un solo prodotto, le pere. La Celox non era contenta, in compenso la Coop sembrava felice di come lavoravano. Nonostante ciò, a conclusione della campagna 2014/2015 arriva la disdetta del contratto.

Risultato? Il Garante ha dato ragione alla Celox, la Coop ha fatto ricorso al Tar.

Nel frattempo un fornitore che faceva 5 milioni all'anno, e aveva 25 dipendenti, ha chiuso.

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