Coronavirus

Mantovani: "Quelli che riprendono il Covid ​non per forza si riammalano"

Ancora non si sa quanto dura la memoria immunologica dopo l’infezione. Neanche dopo il vaccino

Mantovani: "Quelli che riprendono il Covid ​non per forza si riammalano"

Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell'università di Hong Kong gli anticorpi neutralizzanti non garantiscono l'immunità dal coronavirus. Con anticorpi neutralizzanti si intendono delle particelle con un'azione fortemente inibente il virus, prodotte da soggetti che hanno contratto precedentemente l'infezione. Sarebbe quindi possibile rimanere contagiati più di una volta.

Reinfettarsi non significa riammalarsi

Infettarsi nuovamente di coronavirus non equivale però ad ammalarsi ancora. Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University, ha spiegato all’Adnk Salute che "il fatto che ci sia una prova formale che è avvenuta una re-infezione non equivale a dire che la persona che si è contagiata due volte si è riammalata". Qualche speranza quindi sembra esserci. L’immunologo ha sottolineato che oggi gli scienziati sanno molto di più sull’immunità al coronavirus, ma ancora non basta.

Mantovani ha spiegato: “ C'è un caso documentato di re-infezione in cui però la persona, da quello che ho letto sulla rivista scientifica che ha pubblicato il caso, la Clinical Infectious Diseases, non ha sviluppato malattia". Questo è stato anche confermato dal virologo Malik Peiris, dell’università di Hong Kong, conosciuto come uno dei pionieri nello studio del virus della Sars. Il caso starebbe a significare che il soggetto si è reinfettato ma non si è riammalato, e quindi il suo sistema immunitario sta facendo il suo dovere.

Gli anticorpi: la punta dell'iceberg

Mantovani ha evidenziato che "gli anticorpi anti Sars-CoV-2 sono solo la punta dell'iceberg della risposta immunitaria. C'è infatti una risposta di prima linea, che è l'immunità innata, e che di solito nel 90% delle volte che incontriamo un nemico risolve i problemi, senza che ce ne accorgiamo. La maggior parte delle specie viventi ha solo quello come difesa. Poi ci sono i direttori dell'orchestra immunologica, che sono le cellule T e sono quelle che hanno la memoria immunologica. Il cuore di questa memoria è qui. E poi noi vediamo i missili anti Covid, ma sono solo una delle manifestazioni".

Secondo quanto dimostrato dai dati del Karolinska Institutet svedese, ci sarebbero molte persone prive degli anticorpi, ma che hanno comunque la risposta delle cellule T. Queste, come spiegato da Mantovani, si possono definire una specie di centrale operativa. L’immunologo ha infine aggiunto che il caso di Hong Kong “ci fa riflettere sul fatto che non sappiamo quanto dura la memoria dopo l'infezione" da coronavirus. Né quanto duri dopo la somministrazione del vaccino.

Il monitoraggio più lungo fino a questo momento è di 56 giorni.

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