Coronavirus

Coronavirus, mascherine vendute con rincari superiori al 500%

La titolare dell'esercizio commerciale non è nemmeno riuscita a dimostrare l'origine e la provenienza della merce, verosimilmente acquistata on line dalla Cine

Coronavirus, mascherine vendute con rincari superiori al 500%

Proseguono senza sosta i controlli effettuati dalla Guardia di Finanza al fine di contrastare i fenomeni speculativi sui dispositivi utili per prevenire il contagio da Coronavirus. Nella giornata di mercoledì 11 marzo i militari del comando di Pescara hanno fatto irruzione in una parafarmacia della zona Stadio. Qui venivano vendute oltre 200 mascherine e numerose confezioni di gel disinfettanti a prezzi superiori di oltre il 500% rispetto al loro valore reale. La scoperta è il risultato di un'attività investigativa avviata sin dall'esordio della situazione emergenziale. In particolare essa è stata indirizzata nei confronti di farmacie, parafarmacie, sanitarie, casalinghi e mercerie. Ma ha visto coinvolti anche altri esercizi commerciali, non ultime due sale scommesse i cui proprietari sono stati denunciati per aver violato l'obbligo di chiusura.

Già dalla serata di martedì 10 marzo i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria avevano concentrato l'attenzione sulla parafarmacia in questione dove, approfittando dell'angoscia da Coronavirus della gente, i titolari vendevano presidi medici vari a prezzi esorbitanti. Basti pensare che per una mascherina i clienti potevano arrivare a spendere fino a 49 euro o, addirittura, 14 euro per una confezione piccolissima di gel disinfettante. La titolare dell'esercizio commerciale non è riuscita nemmeno a dimostrare l'origine e la provenienza della merce (verosimilmente acquistata on line dalla Cina). Pertanto nei suoi confronti è scattata la denuncia per i reati di manovre speculative su merci e ricettazione. Mascherine e gel disinfettanti sono stati sottoposti a sequestro.

In questo periodo le Fiamme Gialle hanno intensificato i controlli per stroncare sul nascere tutti quei casi di aumento ingiustificato dei prezzi dei generi ritenuti essenziali per la prevenzione da Coronavirus. Nella giornata di giovedì 12 marzo la Guardia di Finanza di Campobasso ha sequestrato 300 mascherine che un venditore all'ingrosso di medicinali del capoluogo molisano vendeva a 13 euro l'una. L'intervento dei militari, che hanno svolto accertamenti preliminari, è scattato grazie alla segnalazione di una cittadina. Si è così scoperto che la titolare 65enne aveva comprato le mascherine ad un costo di 0,85 centesimi l'una. Un rincaro, dunque, del quasi 1500% sul prezzo di acquisto. La responsabile è stata così denunciata per il reato di manovre speculative su merci che prevede anche la reclusione fino a tre anni.

Ha poi suscitato scalpore nei giorni scorsi il cosiddetto Coronavirus shop, denominazione questa che veniva riportata nel sito incriminato. Ben 14 imprenditori, tutti Italiani, sono finiti nei guai con l'accusa di frode in commercio. Gli stessi, speculando sulla paura del contagio da Coronavirus, vendevano a prezzi folli articoli spacciati come 'antidoti' contro il virus. A loro dire, dunque, mascherine, ionizzatori d'ambiente, tute, guanti protettivi, occhiali, kit vari, facciali filtranti e integratori alimentari avrebbero garantito agli acquirenti la totale immunità dal Covid-19.

I responsabili ora rischiano fino a due anni di reclusione.

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