Coronavirus

Coronavirus, il Papa concede l'indulgenza a malati e dottori

Papa Francesco ha concesso l'indulgenza plenaria ai malati di Covid-19. Vale anche per medici e famiglie. Misure straordinarie pure per la confessione

Coronavirus, il Papa concede l'indulgenza a malati e dottori

La Chiesa cattolica, dinanzi ad una pandemia, può disporre sulle eccezioni. Papa Francesco lo sa bene. Infatti, nella giornata di ieri, sono emersi due documenti, che in una fase storica priva di "prove" di queste dimensioni non avrebbero avuto motivo di esistere.

Jorge Mario Bergoglio ha concesso l'indulgenza straordinaria alle persone malate, ai professionisti che combattono per debellare il Covid-19 all'interno dei reparti ospedalieri ed alle famiglie di coloro che sono stati contagiati. Ma non è tutto. L'ex arcivescovo di Buenos Aires è anche intervenuto sul sacramento della confessione. I testi, come sempre accade in circostanze di questo tipo, sono stati decretati dalla Penitenzieria Apostolica, ma la volontà del Santo Padre è stata decisiva.

Come ripercorso sul sito della Conferenza episcopale italiana, i decreti definiscono il coronavirus alla stregua di "un morbo invisibile e insidioso che ormai da tempo è entrato prepotentemente a far parte della vita di tutti". Poi vengono specificate le condizioni necessarie per poter ricevere l'indulgenza. Gli insiemi di persone cui questo provvedimento della Santa Sede è riservato sono quelli già citati. Bisogna però unirsi "spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o ad altre forme di devozione...".

Dunque vengono esposte delle alternative, che sono comunque valide: recitare "il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile". Una qualche forma di impegno spirituale, insomma, è richiesta. Ma la straordinarietà del quadro pandemico è stato recepito dal vertice assoluto della Chiesa cattolica. L'ipotesi, del resto, era già stata ventilata. Come premesso, però, un'altra misura atipica decisa in queste ore interessa il sacramento della confessione.

Nel corso della mattinata di oggi, Papa Francesco ha domandato ai fedeli di confessarsi a Dio con "anima nuda", evitando "giustificazioni" e "sicurezze", così come riportato dall'Adnkronos. E questo anche perché, in relazione alla introduzioni di "assoluzioni collettive", alcuni fedeli potranno confessarsi a Dio attraverso modalità che altrimenti non sarebbero state previsto. Spicca, tra tutte, quella "richiesta sincera di perdono", che vale solo per coloro che potrebbero trovarsi "nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale".

Papa Francesco ha quindi deciso di soddisfare i bisogni spirituali delle persone costrette ad avere a che fare con la situazione emergenziale, mettendo in campo ogni azione prevista dalla dottrina cristiano-cattolica.

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