Coronavirus

Coronavirus, quei rider nel mirino di chi non ha da mangiare

I fattorini vittime di aggressioni di disperati che non hanno nulla da perdere. Gli assalti si sono moltiplicati: "Prima volevano solo i soldi ora ci rubano il cibo"

Coronavirus, quei rider nel mirino di chi non ha da mangiare

È della fame che stiamo parlando. Quella vera. Quella che non offre alternative. Quella che non fa dormire la notte. Non trovarsi i soldi in tasca, per colpa di un maledetto virus partito chissà da dove, gioca brutti scherzi. Tutto questo deve aver mosso alcuni cittadini diperati. Sono tanti. Si moltiplicano come batteri nel tessuto sociale di questo Paese. Non sanno, magari, cosa dare per pranzo e cena ai loro figli. È così che i casi di aggressione ai rider, quei lavoratori che in bicicletta consegnano prodotti alimentari a domicilio, aumentano a vista d’occhio. Sono gli obiettivi più facili da colpire. Vere e proprie imboscate vengono subite da questi lavoratori tra le vie delle nostre città. I primi casi di violenze si sono verificati nella Palermo dei supermercati sotto il controllo della polizia, dopo le minacce degli assalti di questi giorni di emergenza da coronavirus.

La sera del 23 marzo un rider ventenne di Glovo è stato aggredito mentre stava per consegnare le pizze nel quartiere di San Lorenzo. A scongiurare la rapina una guardia giurata di passaggio per le strade deserte. Qualche giorno più tardi, invece, il colpo è andato a segno allo Zen, periferia difficile della città, dove un uomo ha preso di mira un fattorino di "Zangaloro meat and factory", un locale specializzato in hamburger. Mentre il 25enne cercava il palazzo in cui fare la consegna, è stato minacciato e costretto a consegnare gli 80 euro incassati nel corso della serata.

Questo per quanto riguarda il solo capoluogo siciliano. Ma nei giorni scorsi episodi di questo tipo si sono ripetuti in diverse città d’Italia. Tanto che i sindacati lanciano l’allarme: "Rapine e aggressioni si erano verificate tante volte anche in passato, ma mai i rider erano stati derubati del cibo destinato alla consegna". Questi reati sono il simbolo che qualcosa nel Paese non va. Il coronavirus faceva paura già mesi fa. Ma oggi, oltre al Covid-19, è il senso inappagato della fame a fare più vittime. L’ultimo caso di violenza è stato registrato a Lucca.

Qui una coppia di 40enni ubriachi ha strappato dalle mani di un giovane le pizze che stava per consegnare. E lui è fuggito per paura che gli saccheggiassero anche il borsello. A Bologna hanno rubato la bici a un fattorino in centro. A un ragazzo di 25 anni di Brindisi, corriere che lavora per BiciCouriers, in zona Porta Venezia a Milano, è stata rubata una cassetta di verdura. Ha provato a inseguire il ladro e lui lo ha aggredito: "Mi ha tirato un pugno in faccia. Ma quello che è più preoccupante - dice - è che nello stesso giorno, un altro collega è stato derubato mentre consegnava il vino", spiega a La Stampa. La serie dei fatti è lunga.

Un altro rider milanese racconta di essere stato derubato di due confezioni di uova, sabato scorso in zona Loreto, mentre denunce di episodi simili a Porta Romana corrono sulle chat whatsapp dei fattorini. "È una guerra tra poveri", riflette Andrea Borghesi, di Nidil Cgil. "Non solo questi fattorini stanno rendendo un servizio essenziale, perché portano la cena o la spesa agli italiani blindati in casa per via dell’emergenza, e lo fanno nonostante le loro condizioni economiche e contrattuali complicate, spesso senza i dispositivi di sicurezza e rischiando di essere contagiosi o contagiati. Ma subiscono anche aggressioni da persone disperate che hanno difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena".

Non è che in passato non sia mai successo, ma i furti hanno sempre avuto per oggetto i soldi. Mai il cibo. Adesso la situazione complicata fa emergere anche questo fenomeno. Sono gli assalti ai forni di manzoniana memoria. In salsa rigorosamente post moderna. Sono l’ultima scialuppa per chi non ha da mangiare. Sono i gesti estremi degli ultimi. Uomini schiacciati dalla crisi e dimenticati, per ora, dallo Stato. Magari con le misure prese negli scorsi giorni dal governo le cose cambieranno. Per il momento è meglio restare a casa.

E sperare che quel panino ordinato su un'app comodamente dal divano arrivi integro a domicilio.

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