Coronavirus

In Sicilia sono rientrati dal Nord in 40mila ma non tutti si sono autodenunciati

C'è preoccupazione sull'Isola per via del boom di contagi registrati nelle ultime ore. Intanto continuano gli sbarchi a Messina che fanno "arrabbiare" i sindaci

In Sicilia sono rientrati dal Nord in 40mila ma non tutti si sono autodenunciati

É preoccupato l'assessore alla sanità della Regione Sicilina Ruggero Razza quando parla dei rientrati sull'Isola dall'inizio dell'epidemia del coronavirus. Un esercito di quasi 40 mila siciliani sono infatti rientrati in Sicilia in questi giorni, molti dei quali si sono portati il virus appresso.

"E purtroppo non tutti si sono registrati sul portale della Regione siciliana", dice l'assessore Razza a Storie italiane. Secondo i dati della Regione, molti dei contagi registrati sono proprio derivanti da queste azioni di rientro. "In una casa di riposo di Messina - spiega l'assessore Razza - il contagio è arrivato da un parente di un ospite che rientrava dalle vacanze, così come a Villafrati in provincia di Palermo, il contagio è arrivato da una visita. Quando tutte le regioni chiedevano di attuare misure più forti, ma di farlo per tempo, ci riferivamo proprio alla necessità di interrompere la catena di contagio".

Una situazione drammatica quella dei rientri in Sicilia, che preoccupa anche i sindaci. Nonostante i Decreti firmati dal ministro dell'Interno Lamorgese, sull'Isola infatti continuano gli sbarchi. E ieri sera è stato il primo cittadino di Messina a scagliarsi contro il capo del Viminale andando di persona sulla sponda dello Stretto per bloccare quella che è diventata ormai una vera e propria invasione. "Noi sindaci, che viviamo sulla nostra pelle la parte operativa delle norme, non siamo ascoltati. Scendiamo tutti dal piedistallo. La supponenza di Stato è superiore anche alla salvaguardia delle vite umane". Ha detto il sindaco Cateno De Luca, tornato stamani al porto per presidiare gli arrivi in città.

De Luca, non è il tipo che le manda a dire e sull'operato del ministero dell'Interno aggiunge: "Voglio denunciare un altro caso che ieri è stato nascosto. Ci sono 40 auto bloccate a Villa San Giovanni da ieri pomeriggio, 80 persone, la gran parte provenienti dall'estero, che non se ne vogliono andare. Sono irregolari e stanno impedendo il traghettamento su Tremestieri. Chiedo al Viminale come mai questa notizia di un'ulteriore irregolarità non è trapelata? Adesso chi li scorta e li mette in quarantena? Questo dimostra che il sistema pensato per l'attraversamento dello Stretto era sbagliato, anomalo e paradossale e sta facendo un sacco di danni".

Anche il presidente della Regione Nello Musumeci ha più volte criticato le modalità con cui avvengono i controlli, sia in partenza che all'arrivo sullo Stretto. "Alla fine di febbraio avevo invitato i cittadini del Nord a non tornare al Sud e sono stato criticato da tutti - ha detto Musumeci -. Ma in quel momento tutti avevano sottovalutato. Se avessimo bloccato gli accessi in Sicilia, ma lo avrebbe dovuto fare il governo nazionale, oggi avremmo avuto meno problemi".

Ad oggi, in Sicilia il quadro riepilogativo dell'emergenza parla di 681 persone positive al coronavirus. Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 7.170. Di questi sono risultati positivi 846 (125 + di ieri). Attualmente, sono ancora contagiate 799 persone (+118 rispetto a ieri). La metà dei nuovi casi positivi sono a Villafrati, nel Palermitano, il resto della Regione cresce in modo più contenuto. Sono ricoverati 337 pazienti (45 a Palermo, 123 a Catania, 70 a Messina, 1 ad Agrigento, 18 a Caltanissetta, 29 a Enna, 11 a Ragusa, 24 a Siracusa e 16 a Trapani) di cui 67 in terapia intensiva, mentre 462 sono in isolamento domiciliare, 27 guariti (11 a Palermo, 6 a Catania, 5 a Messina, 2 ad Agrigento ed Enna, 1 a Ragusa) e 20 deceduti (1 a Caltanissetta, Messina, Palermo e Siracusa, 2 ad Agrigento, 6 a Enna e 8 Catania).

Intanto per cercare di fermare l'ingresso sull'Isola, l'assessore Marco Falcone ha chiesto al ministro per i trasporti di prorogare la limitazione dello spazio aereo siciliano che scade proprio oggi. A dirlo è lo stesso assessore ai trasporti della Regione siciliana nel corso di una trasmissione su Rai Uno. "Abbiamo limitato anche il trasporto marittimo, mentre prima da Genova, da Livorno e da Civitavecchia arrivavano via mare usando traghetti per trasporto merci, abbiamo chiesto e ottenuto che ci fosse una limitazione al trasporto di persone", ha aggiunto.

"Dobbiamo scoraggiare gli spostamenti, solo in questo modo salvaguarderemo la salute dei siciliani ma anche di quanti non sono siciliani ma si trovano qui", ha spiegato Falcone.

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