Cronache

"Così si è salvata la democrazia". Rula Jebreal rivendica gli attacchi alla Meloni

La giornalista palestinese non si scusa con la leader di Fratelli d'Italia. Anzi, sui social difende i suoi attacchi e rilancia: "Mi sono ispirata alla stampa americana"

"Così si è salvata la democrazia". Rula Jebreal rivendica gli attacchi alla Meloni

Delle scuse nemmeno l'ombra. Nessun ravvedimento, nessun passo indietro. Anzi: dopo gli attacchi sferrati a Giorgia Meloni via social, Rula Jebreal ha rivendicato con orgoglio quelle sue ostilità, convinta - ipsa dixit - di essersi ispirata alla miglior tradizione della stampa statunitense. L'importante è crederci, come si dice. Nonostante le sue critiche fossero state smontate dalla leader di Fratelli d'Italia, la giornalista palestinese si è guardata bene dal fare autocritica e, all'opposto, ha puntato al rialzo.

L'occasione per farlo è stato un tweet con il quale Ro Khanna, esponente della sinistra americana, aveva rilanciato sui social gli attacchi di Rula alla Meloni. "Grazie per il tuo coraggio nel dire la verità al potere", aveva scritto il politico dem a stelle e strisce, offrendo così alla Jebreal il proprio virtuale "soccorso" progressista. Galvanizzata da quell'apprezzamento, la giornalista ha risposto: "Grazie onorevole Ro Khanna. Mi ispiro ai democratici e alla stampa degli Stati Uniti, che rifiutano di legittimare attacchi alla libertà di parola e libertà di stampa garantita dalla Costituzione e pilastro della democrazia. Difendendo questi principi si è salvata la democrazia Usa".

Piuttosto ambiziosa, insomma, l'autopercezione della giornalista palestinese, addirittura persuasa di aver emulato qualche mostro sacro del giornalismo anglosassone con quel suo sfogo social contro la leader di Fratelli d'Italia. Nello specifico, Rula aveva citato la Meloni in riferimento alle vicissitudini giudiziarie di suo padre, dimenticando però di ricordare che la premier in pectore aveva troncato i rapporti col genitore alla tenera età di undici anni. "Tutti sanno che non ho mai più avuto contatti con lui fino alla sua morte", aveva spiegato la stessa esponente politica, riservandosi di portare la Jebreal in tribunale per alcune controverse posizioni che la giornalista le aveva attribuito.

"Tutti gli autocrati usano tali minacce per intimidire e mettere a tacere coloro che li richiamano e li espongono", aveva replicato l'ex collaboratrice di Michele Santoro. Nel frattempo, l'intera vicenda era stata caratterizzata dall'assordante ed eloquente silenzio delle donne di sinistra. Chi si aspettava delle scuse dalla Jebreal, nel frattempo, è rimasto deluso. Quelle scuse, probabilmente, non arriveranno mai.

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