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Costituzione inefficiente, Paese ingestibile

Se la sera del 4 marzo prossimo non sapremo chi avrà vinto le elezioni. Non sarà colpa della legge elettorale, ma della Carta

Costituzione inefficiente, Paese ingestibile

La nostra Costituzione in queste ore compie settant'anni e fioccano le celebrazioni. Non ci uniamo alla retorica, ma a scanso di equivoci diciamo che anche noi vogliamo bene alla Carta repubblicana che ha permesso all'Italia di archiviare una guerra civile e mettersi alle spalle la disfatta militare e morale della Seconda guerra mondiale. Tutte le Costituzioni dei Paesi occidentali sono vecchie, alcune ben più della nostra, ma non tutte sono nate vecchie come la nostra. In quel dicembre del 1947 l'ossessione dei padri costituenti fu di fare in modo che in Italia nessuno potesse comandare senza il consenso e il permesso di tutti, o quasi tutti, gli altri partiti politici, poteri dello Stato e forze sociali. In questi settant'anni abbiamo cioè vissuto in una finta iper democrazia che - amputata volontariamente dell'efficienza - è diventata un carrozzone ingestibile.

Questa Costituzione ha prodotto leggi elettorali cervellotiche con le quali nessuno dei vincitori (neppure la Democrazia cristiana) è mai riuscito a governare come promesso agli elettori; abbiamo un presidente del Consiglio attorno al quale ruota l'azione di governo che in realtà non ha poteri; abbiamo un presidente della Repubblica non eletto dai cittadini che apparentemente non conta nulla ma che esercita, lui sì, enormi poteri; abbiamo un Parlamento di transfughi che si vendono al migliore offerente, sindacati con il potere di veto sul legislatore e una magistratura che ha confuso l'autonomia professionale con la libertà di ingerenza e l'impunità. Questa Costituzione ha generato i Tar, tribunali amministrativi di secondo livello, che contano più del Parlamento e del governo. E questa Costituzione agevola e protegge la burocrazia, i fannulloni, a volte anche i ladri.

Se la sera del 4 marzo prossimo non sapremo chi avrà vinto le elezioni e se nessuno dei blocchi in lizza potrà governare, non sarà colpa di una legge elettorale così così o della voglia di inciucio di qualcuno. Sarà colpa della Costituzione, che permette che ciò accada impedendo di fatto soluzioni diverse e chiare. Soluzioni che nel '47 potevano anche essere rischiose, ma che certamente oggi non lo sarebbero per nessun motivo.

Renzi ci ha provato a cambiare qualcosa con l'abolizione del Senato, ma era una farsa, la gente l'ha capito e lo ha punito.

Che sia, la prossima legislatura, la volta buona per portare il Paese nella modernità con una riforma costituzionale, mi auguro in senso presidenziale, che chiuda un'epoca di innaturale consociativismo tra vinti e vincitori, tra controllori e controllati.

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