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Covid-19, cosa dicono davvero i dati sui ricoveri in Lombardia

Rispetto a marzo, i casi positivi sono più che raddoppiati. Ma i ricoveri e le terapie intensive registrano numeri più piccoli, pari a un quarto e un sesto delle persone ricoverate sette mesi fa

Covid-19, cosa dicono davvero i dati sui ricoveri in Lombardia

Ogni giorno un nuovo record. È ormai qualche settimana che i numeri relativi al nuovo coronavirus aumentano di giorno in giorno. Per questo, ieri, Giuseppe Conte ha firmato un nuovo decreto che prevede misure più restrittive, dalle chiusure anticipate di bar e ristornanti, alla sospensione delle attività di cinema e teatri.

E tra tutte, la Regione più colpita è ancora una volta la Lombardia, dove in totale sono stati registrati oltre 47mila casi attualmente positivi. Ma la situazione è davvero così grave come sembra? Sicuramente, se si guarda a qualche settimana fa, l'aumento repentino dei nuovi contagi e dei ricoveri non può lasciare tranquilli. Non solo. I numeri registrati recentemente, infatti, si sono dimostrati, relativamente ai contagi, i più alti dall'inizio della pandemia in Italia. Ma, analizzando i dati dei bollettini forniti da Ministero della Salute, si nota, come sottolinea Frontedelblog, un calo nei ricoveri in reparto e in terapia intensiva, rispetto al mese di marzo. Il 25 marzo 2020, infatti, erano 20.591 gli attualmente positivi, 10.026 i ricoverati con sintomi e 1.236 le persone in terapia intensiva. Ieri, a distanza di 7 mesi, il numero di positivo risultava più che raddoppiato, raggiungendo i 47.983 casi. Ma i ricoveri si sono rivelati in calo: 2.326 quelli in reparto, un quarto rispetto a marzo, e 231 in terapia intensiva, quasi un sesto rispetto a 7 mesi fa.

Segni che potrebbero significare l'elevato numero di contagiati asintomatici o colpiti da una forma non grave di Covid-19. È quanto dimostra anche l'Istituto di Superiore di Sanità che, nel bollettino di sorveglianza sui casi di infezione da Sars-CoV-2 a livello nazionale, mostra il cambiamento nel tempo del quadro clinico dei pazienti, al momento della diagnosi di Covid-19. Nell'ultimo aggiornamento, risalente al 13 ottobre, il grafico relativo allo stato clinico dei malati rivelava una netta diminuzione dei casi critici dall'inizio della pandemia. Mentre all'inizio dell'epidemia i casi severi e critici erano una percentuale elevata, "con il passare del tempo, si evidenzia, in percentuale, un netto incremento dei casi asintomatici o pauci-sintomatici e una marcata riduzione dei casi severi e dei decessi".

I numeri forniti dal Ministero della Salute, in generale, hanno generato diverse perplessità e avere dati certi circa i pazienti affetti da

Covid-19 non è un'operazione facile. A fine agosto aveva fatto dicutere il dato relativo ai decessi, che aveva mostrato 11 morti per nuovo coronavirus in Veneto. Ma, secondo quanto era emerso, tra loro ci sarebbero stati anche pazienti risultati negativizzati.

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