Cronache

Il "paziente uno" era indagato per epidemia colposa

Mattia Maestri è ormai divenuto noto per essere stato il primo italiano risultato positivo al Coronavirus. La procura aveva avviato un'inchiesta per epidemia colposa, ma ora arriva l'archiviazione

Il "paziente uno" indagato per epidemia colposa: ora l'archiviazione

Arriva l'archiviazione per Mattia Maestri, il 39enne di Codogno ormai divenuto famoso per essere stato il cosidetto "paziente uno" affetto da Covid-19. L'uomo, infatti, era stato indagato dalla procura della Repubblica di Lodi per il reato di epidemia colposa.

Un vero e proprio dramma quello vissuto da Maestri, che oltre alla malattia ed al dolore di quei difficili momenti, si era poi trovato suo malgrado al centro dell'attenzione pubblica. Giunto nella notte del 20 febbraio 2020 al pronto soccorso dell’ospedale di Codogno, con febbre alta ed una seria forma di polmonite, il manager d'azienda è putroppo divenuto un simbolo per il Paese, il primo italiano risultato infetto dal Sars-Cov-2.

Come da lui spesso dichiarato, malgrado le numerose richieste di apparire in trasmissione per parlare e raccontare la propria storia, il suo unico desiderio rimane quello di tornare a vivere una vita normale, insieme alla moglie Valentina ed alla figlia Giulia. “Tutti mi cercano. Mi offrono persino eventi a pagamento. Ma l’unico mio desiderio è tornare una volta per tutte alla mia vita normale”, ha confessato in un'intervista rilasciata al Corriere.

Le indagini

La procura di Lodi aveva aperto le indagini per epidemia colposa pochi giorni dopo la scoperta della positività di Maestri. Gli inquirenti, infatti, sospettavano che l'uomo non fosse stato completamente sincero con il personale ospedaliero del nosocomio di Codogno, quando gli erano state richieste informazioni relative ai suoi contatti.

Le autorità sanitarie non sono tuttavia mai state in grado di ricostruire esattamente la trasmissione del virus, arrivando a capire da chi e dove il 39enne abbia contratto il patogeno. Anche parlare di "paziente uno", in realtà, non è corretto. Mattia Maestri è stato piuttosto il primo italiano ad essere risultato positivo al tampone.

L'archiviazione

Dopo quasi 18 mesi di attività investigativa, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lodi ha infine deciso di procedere con l'archiviazione del caso, come richiesto dalla stessa procura della Repubblica. Secondo gli inquirenti, infatti, il 39enne non avrebbe avuto alcun comportamento scorretto.

Il fascicolo per epidemia colposa è stato dunque definitivamente chiuso, poiché il 39enne non ha violato violato alcuna norma.

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